07 novembre 2015 – C’è un nome dell’attuale F1 che passa raramente all’onore delle cronache, ed è Daniil Kvyat. Forse per via del suo nome quasi impronunciabile, forse per il suo aspetto spaurito e “spelacchiato” da brutto anatroccolo, o per il suo modo di essere timido e poco appariscente, fatto sta che il 21enne di Ufa è spesso ignorato o messo in ombra dal suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, che sembra il suo esatto opposto: sorridente, solare, scherzoso, un po’ quello che manca all’attuale F1, e per questo è molto ricercato.
Il “russo di Roma” – così soprannominato perché vive nella capitale ormai da anni, da quando la sua famiglia si trasferì in Italia per consentirgli di correre sui kart ad alti livelli – già dall’età di quindici anni si è distinto in molti campionati nazionali ed europei, e viene scelto dalla Red Bull Driving Academy. Grazie a questa importante sponsorizzazione brucia le tappe nel giro di pochi anni: corre in Formula BMW nel 2010 chiudendo al decimo posto, nella Toyota Racing Series nel 2011, in cui arriva quinto; contemporaneamente corre per tre anni in Formula Renault, anche insieme a un certo Carlos Sainz Jr. Nel 2013 corre in GP3 e qui ottiene il suo risultato più importante finora, la vittoria del titolo di categoria, che gli vale l’ingresso in F1 l’anno successivo con la Toro Rosso. Già alla prima gara dimostra tutto il suo valore chiudendo ottavo al Gp di apertura in Australia, diventando così il pilota più giovane ad andare a punti nella storia della F1, battendo Sebastian Vettel. Alla fine della stagione, grazie al suo ottimo rendimento, sarà promosso proprio in Red Bull per la stagione 2015, in sostituzione proprio del partente Vettel.
E’ proprio durante la stagione in corso che il russo sta dimostrando di essere all’altezza del ruolo. E’ un dato di fatto che Kvyat, al suo primo anno in Red Bull, ha più punti del compagno di squadra, 88 contro 84 di Ricciardo, nonostante l’australiano abbia conquistato due podi contro il singolo podio di Kvyat, in Ungheria. Ciò significa che finora Kvyat è stato più costante di Ricciardo, e lo dimostra anche l’ultimo GP del Messico, in cui Daniil ha sfiorato il podio, chiudendo quarto. Comunque vada a finire sta reggendo il confronto del blasonato compagno di squadra.
Insomma, alla faccia delle malelingue che lo vogliono in F1 per via della sua nazionalità – ricordiamo che nel 2014 la Russia fece il suo ingresso in F1 – o per ragioni di marketing, il buon Daniil Kvyat, a parte qualche errore da principiante a Suzuka e Austin – errori che comunque ci stanno, potrà ottenere ottimi risultati in futuro.