F1 Vi racconto Ayrton Senna

12 settembre 2015 – Martedì scorso a Pit-Talk è intervenuto il giornalista Pino Allievi,  storica firma della Gazzetta dello Sport. Con lui abbiamo commentato l’ultimo GP d’Italia, lo stato delle trattative sul rinnovo tra Monza ed Eccelestone, il tema della sicurezza nelle corse.

di Alessandro Francese

allievi_Lo scorso anno, in occasione delle celebrazioni per i 20 anni della scomparsa dell’asso brasiliano, ebbi la fortuna proprio con Allievi, di estrapolare attraverso il suo racconto un ritratto vivo e veritiero di chi furono sia il pilota che l’uomo Ayrton Senna.

L’intenzione fu quella di trarre dalle parole di chi lo conosceva, un ritratto il più possibile reale, fatto di racconti e ricordi per provare a capire le varie sfaccettature poliedriche di un carattere difficile e introverso.

Parole che sono come pennellate sulla tela del ricordo capaci di farci rivedere un uomo tanto straordinario nella vita normale quanto spietato una volta indossato il casco.aytonsenna8

Ad un anno di distanza voglio condividere con il pubblico di F1Sport.it una delle più belle esperienze della mia personale vita “giornalistica”.

Questo è il ricordo di chi non soltanto ha seguito da vicino le maestose gesta del pilota più carismatico e cannibale di tutti i tempi, ma di chi ha avuto il privilegio di conoscere l’uomo Ayrton. L’uomo che mai più nessuno ha dimenticato.

L’eredità  di Senna non è soltanto materia di sport da ricordare “perché così si fa”. Senna veicolerà sempre un messaggio  attuale per riflettere sui valori, sulle potenzialità e sull’influenza dello sport nella società del mondo.

Lei ha visto correre tante generazioni di campioni, piloti vincenti e comprimari.

Quando ha capito che il giovane Ayrton Da Silva sarebbe diventato Senna?

Erano gli anni in cui Ayrton correva in Formula Ford.

In quegli anni questa categoria era abbinata alla Formula1 ( come oggi la GP2 ndr).

C’era un meccanico della Ferrari, Pietro Corradini, che era molto amico di Ayrton in quanto correvano insieme nei kart.

Per cui, concluse le sue corse, Senna seguiva spesso i Gran Premi dal box della Ferrari.

È così che lo conobbi.

Tutti conoscevano Senna, ma Senna non aveva amici.

Già da allora appariva diverso.

Quando approdò in F1 fece fatica perché aveva come compagno, alla Toleman, Johnny Ceccotto che spesso andava più forte di lui.

Ma Senna era comunque diverso per come guidava, per applicazione, per il modo cerebrale e filosofico di intendere le corse.

Cosa c’era in Senna di così grande per essere un argomento attuale ancora oggi?

Senna ha aggiunto spiritualità ad una professione che svolgevano e svolgono tanti altri.

Intendeva e viveva le competizioni come un fatto filosofico.

La vittoria, come discorso psicosociale, per lui era un obbligo.

Vincere era la sua unica ragione di vita.

Il resto per lui era solo sconfitta: Senna odiava perdere.

L’abbiamo visto come pochi preoccuparsi per la sicurezza sua e dei colleghi, poi in pista era selvaggio e aggressivo come nessuno. Qual’era il vero Senna?

Il vero Senna era fatto da tanti Senna tutti in contrasto l’uno con l’altro.

La sua coerenza era l’incoerenza.

Il suo unico vero amico era se stesso, a tutti gli altri raccontava quello che andava bene al momento.

Oggi tutti si professano amici di Senna, scrivono libri su Senna, ricordano di essere stati vicini a Senna, ma la verità è che non aveva tutti questi amici.

Ha usato tantissima gente per ottenere dei vantaggi e tantissima gente ha usato lui vent’anni dopo.

Senna ha fatto e disfatto sempre tutto da solo.

Ad esempio ha attribuito a Balestre poteri che secondo lui avrebbero favorito le vittorie di Prost.

Ma Prost avrebbe vinto anche senza Balestre.

Senna non ha mai riconosciuto pubblicamente la bravura di Prost, non era da lui accettare che qualcun altro potesse avere qualità simili alle sue.

Oggi leggiamo tutti complimenti e cose belle su Ayrton. Ho l’impressione che si parli di lui mai slegati da ciò che è accaduto ad Imola.. ma avrà avuto un difetto?!

In lui c’era un istinto killer molto più sviluppato che in altri piloti.

Soprattutto nei duelli corpo a corpo.

Quando combatteva con l’avversario non si accontentava di vincere: Senna voleva umiliare ed eliminare l’avversario.

Lei lo ha conosciuto anche al di fuori delle corse, che persona era?

Al di fuori delle corse era adorabile.

Era un uomo con tante passioni e tanti interessi.

Già da allora era in prima linea per qualunque argomento riguardasse il Brasile, la sua gente.

Se fosse stato vivo, oggi avrebbe cinquantacinque anni, sono sicuro che per il suo Paese avrebbe fatto cose incredibili.

Era un uomo molto intelligente, si batteva già e si sarebbe battuto per le diseguaglianze sociali del Brasile più di quanto non hanno fatto poi il futuro presidente Lula e l’attuale Dilma Roussef.

Il suo interesse nei confronti delle problematiche sociali era sincero e sentito.

Dico una pazzia: Senna sarebbe diventato presidente della Confederazione Brasiliana.

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Foto di Alessandro Francese
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Foto di Alessandro Francese
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Foto di Alessandro Francese
Alessandro Francese
Alessandro Francese
Appassionato di sport, motori e Alfa Romeo ho sempre cercato di fare dei miei interessi un lavoro. Dalla tesi su Gianni Brera al mio impegno quotidiano in una concessionaria, almeno in parte, credo di esserci riuscito. Questo però è solo l'inizio! "Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere." Cit. Ayrton Senna

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