di Emiliano Maria Savini
Il mondo delle corse è molto particolare, combina spirito di squadra e successo individuale. Il pilota lavora per il suo team ma rimane pur sempre una prima donna che vuole vincere per sé stesso.
Gerhard Berger invece è uno che ha sempre corso per vincere ma non si è mai risparmiato per la squadra. Benetton e Ferrari lo hanno sempre considerato uno di famiglia, per lui le porte sono sempre rimaste aperte. Il primo e l’ultimo successo in F1 della Benetton porta infatti la sua firma.
Martedì ho appuntamento con lui a Montecarlo, un’intervista per l’agenzia Perform Group, che arriva con un ottimo tempismo, visto il successo della Ferrari in Ungheria.
Gerhard non ama parlare di ‘attualità’, dopo alcuni momenti storici della sua carrieria ripercorsi insieme mi prendo però la libertà di fargli qualche domanda sul weekend in Ungheria. Ex ferrarista con l’Italia nel cuore, non c’è persona migliore con cui festeggiare il successo del Cavallino.
Gerhard, hai guidato la Ferrari ed hai portato Sebastian Vettel in Toro Rosso. Commenta per noi questo successo all’Hungaroring.
“Prima di tutto, congratulazioni alla Ferrari. Ha fatto un grande passo in avanti rispetto allo scorso anno. Conosco Sebastian molto bene, guidava per me in Toro Rosso. Lo abbiamo portato noi in squadra perché conoscevamo le sue capacità e la sua caparbietà. Lo ha dimostrato vincendo quattro mondiali con la Red Bull, ho sempre pensato che fosse la scelta giusta per la Ferrari.”
Una vittoria che dà morale alla scuderia di Maranello, ma il gap tecnico con le Mercedes è difficile da colmare.
“Penso che la Ferrari sia sulla buona strada, ma ci vorrà molto per raggiungere la Mercedes. Se le Mercedes non hanno problemi, è difficile eguagliare le prestazioni del loro motore. La Ferrari però c’è e può continuare così fino al termine della stagione, per poi fare un altro passo in avanti il prossimo anno.”
Il Gran Premio d’Ungheria però ha rotto la routine, quella della Rossa è stato un successo meritato.
“La Mercedes è qualcosa di incredibile, è sufficiente rivedere Lewis Hamilton in lotta con una delle due Red Bull. Lewis riesce a sfruttare tutto il potenziale della sua monoposto e questo rende difficile ai team non motorizzati Mercedes vincere o semplicemente tenere il passo. Ma come abbiamo visto in Ungheria non è detto che non possa accadere il contrario. Abbiamo assistito ad una bella corsa il che è positivo, visto che le ultime sono state abbastanza noiose. Troppe volte c’è stato un solo vincitore, e avevamo bisogno di vedere una Ferrari così.”
La gara dell’Hungaroring ci ha sorpreso, anche le McLaren con Button e Alonso sono andate entrambe a punti. Credi che Alonso si sia pentito di aver lasciato la Ferrari?
“E’ difficile dirlo. Spesso un pilota si sente pronto a cambiare squadra per diverse ragioni. Forse anche Fernando era pronto per questo passo, quindi ritengo che sia soddisfatto della sua scelta di essere un pilota McLaren. Ovviamente non è contento dei risultati, ma sapeva quando ha firmato che la stagione sarebbe stata molto difficile.”
Alla Rossa non si possono chiedere miracoli, la SF15T è solo una correzione della vettura dello scorso anno. L’obiettivo del team principal Maurizio Arrivabene era quello di conquistare due o tre successi in questa stagione. Rimanendo con i piedi per terra, ma con un sano ottimismo, possiamo dire missione compiuta.
Emiliano Maria Savini