21 luglio 2015 – Anteprima storica del Gran Premio d’Ungheria con una delle edizioni forse meno ricordate nella storia di questa gara, che a dire il vero è abbastanza recente, e coincide con la terza e ultima vittoria di Thierry Boutsen, che condurrà la gara dall’inizio alla fine.
Boutsen inizia questa gara nel migliore dei modi già nel corso della sessione di qualifica, dove condividerà la prima fila dello schieramento con il compagno di squadra Patrese e conquista la sua prima e unica pole position per 36 millesimi. Ma ben presto, al via della gara, era chiaro che il protagonista della corsa avrebbe ben potuto essere un altro e risponde al nome di Ayrton Senna. Ma andiamo con ordine.
Alla partenza della gara, è Berger che tenta di portarsi da subito in testa, superando Patrese ma non riuscendo ad avere la meglio su Boutsen. Senna, invece, si vede infilato al via da Mansell e Alesi, che si accoda all’inglese mentre supera la McLaren numero 27 all’esterno. Peggio è andata a Prost, che ha perso ben 3 posizioni al via e si vede costretto a rimanere nel gruppo comandato da Alesi, mentre Boutsen, Berger, Patrese e Mansell fanno l’andatura. Al 21. giro, Senna supera Alesi, ma viene costretto a rientrare ai box per aver forato e così scivola in 10. posizione.
Alesi viene superato anche da Nannini e Prost, ma il francese della Ferrari subito dopo va in testacoda e rompe il cambio, concludendo anzitempo la sua gara. Alesi, invece, si ritira per un incidente con la Minardi di Pierluigi Martini. Senna si ritrova così la strada spianata per andare a riprendere i primi 5, mentre Berger prova a cambiare le gomme nel tentativo, vano, di cercare di superare Boutsen. Mansell, invece, nel tentativo di superare Patrese apre la porta a Nannini, che li supera entrambi, mentre l’inglese viene infilato anche da Senna.
Il brasiliano si porta al terzo posto, superando Patrese e va a caccia di Nannini; al giro 64 lo attacca alla chicane e lo fa letteralmente volare fuori pista, prendendosi il secondo posto e portandosi alle spalle di Boutsen. 8 giri più tardi, anche Berger prova la stessa manovra su Mansell ma gli riesce male, così i due sono costretti entrambi ad abbandonare la gara. Senna ricuce lo strappo su Boutsen e scava un argine tra sè e Piquet, che nel frattempo ha superato Patrese. Ma la vittoria va a Boutsen, che vince davanti a Senna, Piquet, Patrese (che firma il giro più veloce), Patrese, Warwick e Bernard. Una vittoria che sembra un ottimo viatico per quella che sarà la stagione del grande rilancio, ossia quella del 1991, grazie all’arrivo di Nigel Mansell. Ma questa è un’altra storia.