25 Giugno 2015 – Poco più di un anno è trascorso dalla rivoluzione tecnica probabilmente più importante nella storia della F1 che ha visto l’avvento dei motori ibridi. L’obiettivo primario era abbattere le spese folli della F1, ma i risultati non sembrano dei migliori. Questo il punto da cui la FIA dovrà ripartire per “progettare” la F1 del futuro.
La scorsa stagione ha segnato l’inizio di una nuova era per la F1, l’era dei motori ibridi, o meglio delle Power Unit: dei veri e propri gioielli di tecnologia ingegneristica, frutto dell’unione di un motore termico 1.6 di cilindrata con le componenti elettriche MGU-H e MGU-K. L’obiettivo primario di quest’enorme rivoluzione tecnica è sicuramente quello di abbattere i costi di produzione per le scuderie, in particolare per quei team come Ferrari e Mercedes impegnati sia nella progettazione della vettura che nella progettazione del propulsore. Tuttavia l’abbattimento dei costi tanto sperato è stato disatteso dalla realtà, la quale ha dimostrato come una tecnologia talmente innovativa richieda uno sforzo importante dal punto di vista tecnologico e, pertanto, anche dal punto di vista economico. Inoltre la competizione ha raggiunto livelli talmente elevati che spesso progetti ingenti anche dal punto di vista economico, non producono i risultati sperati. Un esempio su tutti è dato dalla Honda: un gigante mondiale che ha deciso di intraprendere un’affascinante sfida in F1 al fianco di McLaren, la quale però si trova ad affrontare enormi difficoltà nel trovare le prestazioni ottimali in pista. Ovviamente dall’altra faccia della medaglia c’è la Mercedes, la quale ha approfittato dell’innovazione tecnologica per imporre il proprio dominio fino ad ora incontrastato. Ci vorrà sicuramente del tempo affinché gli altri motoristi (Ferrari, Renault e Honda) riescano a raggiungere il livello di altissima competitività raggiunto dalla scuderia di Stoccarda. Ovviamente i costi “esagerati” della F1 moderna riguardano non solo il propulsore, ma anche la progettazione aerodinamica generale della vettura. Da questo punto di vista, il paradosso è dato dal fatto che è stata attuata l’abolizione dei test in pista per abbattere appunto i costi, quando le prove aerodinamiche “al chiuso”, comportanti ad esempio l’utilizzo delle gallerie del vento, provocano comunque ingenti esborsi di denaro da parte delle scuderie. In questa situazione, a quasi parità di “prezzo”, si potrebbe permettere ai team di dedicarsi a sessioni di test privati nell’arco della stagione per sviluppare al meglio la vettura, magari aprendo al pubblico le sessioni per avvicinare i tifosi ad un mondo come quello della F1 che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha visto un calo importante di seguaci, come si può dedurre dalle presenze nei weekend di gara che, purtroppo, alle volte vanno diminuendo di anno in anno.