F1 Da Montecarlo arriva l’addio di Monza alla Formula 1

26 maggio 2015 – Il vertice di Montecarlo dello Strategy Group, che doveva definire le sorti dell’Autodromo di Monza, alla fine si è risolto in un nulla di fatto. Anzi, la cosa forse più grave è stata la resa del Presidente della CSAI di fronte alla irremovibilità dimostrata da Bernie Ecclestone e alle sue richieste economiche. Di più, il manager italiano si è dimostrato pessimista sulla possibilità di onorare alla scadenza il rinnovo del contratto con la FOM.

gp-monza-2012Ecclestone ha preso atto della resa del Presidente della CSAI, che di fatto sancisce l’addio dell’Autodromo Nazionale di Monza alla Formula 1. Nonostante questo il boss della Formula 1 spera che in Italia vi siano anche altre opportunità per mantenere nel nostro paese la massima competizione automobilistica.

In ogni caso, è apparso ben chiaro che Ecclestone non vuole assolutamente cedere sul fronte delle richieste economiche, anche in considerazione del fatto che la divisione del ricavato tra i team ha assunto proporzioni decisamente elevate e ha chiosato con una battuta:

“Non si possono fare gran premi di serie A e di serie B. Anzi, i Gran premi europei sono ancora avvantaggiati rispetto a quelli fuori dall’Europa in termini di costi da pagare per ospitare la Formula 1”.

Una doccia fredda arrivata direttamente dai vertici istituzionali italiani e che complica sempre di più i piani di chi vorrebbe, e spera ancora di farlo, mantenere in vita il tracciato più veloce del Mondiale, anche perchè la trattativa che doveva aprirsi a Montecarlo non è nemmeno iniziata. L’Italia, quindi, è chiamata a battere altre strade per cercare di mantenere la Formula 1 nei prossimi anni sfruttando altri circuiti, anche perchè il futuro di Monza è segnato, e non è detto che si riesca a ottenerlo.

Rimane l’amaro in bocca nei confronti dei vertici istituzionali e dell’automobilismo sportivo italiano, che nonostante abbiano un loro membro alla Vicepresidenza FIA (Sticchi Damiani) non sono stati in grado di fare pressioni sulle istituzioni affinchè qualcosa cambiasse (vedi la questione della defiscalizzazione) nè potesse portare concretamente Ecclestone a cambiare idea. E rimane la rabbia nei confronti dei precedenti vertici di AC Milano per aver accettato senza fare alcuna opposizione condizioni peggiorative rispetto alle attuali senza considerare che un simile cambiamento avrebbe avuto delle conseguenze irreparabili.