F1 vicina al collasso? Due parole sulla sparata di Mosley

11 aprile 2015 – Qualche parola per commentare (e criticare) l’ultima uscita pubblica di Max Mosley. L’ex Presidente Fia ha profetizzato una imminente fine per il “Sistema F1” .

di Francesco Svelto 

Certo che ultimamente le stanno sparando grosse e da più parti. Se non bastasse Ecclestone (a volte, ma non sempre, giustifcato a causa della sua tardiva età), nelle ultime ore sono arrivati tuoni anche dall’ex boss della FIA, Max Mosley.

Ad aggravare la bassa stima attuale della F1 in giro per il mondo, ci si mette anche il predecessore di Todt che ha palesemente profetizzato un collasso del “Sistema F1” entro poco tempo a causa delle regole attuali che impediscono ai team di essere pressoché livellati tra loro, sia per quanto riguarda le possibilità prestazionali di ognuno, che per quanto riguarda il budget spendibile.

Mosley è sempre stato un fan degli “appiattimenti” tra le squadre, proponendo idee e concetti che permettessero anche ai più piccoli – da un punto di vista politico ed economico – di dire la loro nel sistema F1. E’ grazie a lui, a dire il vero, che nel 2010 la F1 vide il debutto di ben tre team contemporaneamente: la Virgin (passata poi alla Marussia e poi alla Manor), la Lotus (divenuta Caterham) e la Hispania Racing Team.

Ma qual è il rovescio della medaglia ?

Se da un lato può risultare “filosoficamente” corretto – visto che si tratta pur sempre di uno sport – che il “Sistema” F1 dia una chance a tutti, fino a che punto proprio questo sistema deve arrivare a snaturare se stesso? Perché in fin dei conti di questo si tratta: la F1 di questi ultimi anni, sta perdendo contatto con il passato. Sta perdendo contatto con se stessa.

Quello che farebbe Mosley, in questo contesto, lo potete immaginare tutti e senza molto sforzo: introduzione di budget cap, prolificazione di pezzi standard – e a basso costo – per tutti i team, e via discorrendo.

Tutto molto bello e molto propositivo. Ma la F1 è questo?

Molto probabilmente la risposta è no! La F1 non è un monomarca e non lo deve diventare!

Il target della riduzione dei costi è legittimo: è giusto che non si spendano follie per dei super-giochi elettronici che i team chiamano simulatori; è giusto che non si spendano fortune per studi informatici su telaio e aerodinamica ma è giusto anche che ogni team che partecipa e vive in questo mondo decida di poter spendere i propri soldi nelle aree che meglio crede ai fini di un miglioramento in pista. Se oggi siamo arrivati a questo, manco a ripeterlo nuovamente, è solo ed esclusivamente dovuto al bando dei test ed alla nuova architettura motoristica che impone un numero limitatissimo di propulsori (ed una serie di regole che la gente manco conosce per determinare le penalità in caso di infrazione). E’ lo spendere tutto in tutto questo che sta portando al collasso, che sta portando ogni settimana nuove minacce di scomparire ai team ancora presenti nel giro.

Ridurre, in qualche area, dove fattibile, l’immensa complessità di una power unit e la sua ricerca dell’affidabilità estrema unitamente alla reintroduzione di un numero di giorni ben definito (magari dieci o dodici) di test privati per ogni team dovrebbe essere più che sufficiente per iniziare a risollevare le sorti di uno sport cosi tanto malato ed a cui tutti, proprio tutti, vogliono dare una cura (che talvolta potrebbe essere maggiore del male).