F1 Ecclestone: “Baku in pole per sostituire Monza”

22 aprile 2015 – Bernie Ecclestone torna a pochi giorni di distanza a parlare di Monza, come se già non fosse bastata la sonora bocciatura alla proposta di Capelli di tornare indietro per quello che riguarda il contributo che gli amministratori del circuito brianzolo (passato da 10 a 20 milioni di Euro a stagione). Il boss della Formula 1 rincara la dose, annunciando che la prossima stagione, se Monza non dovesse ottemperare al pagamento in favore di Ecclestone, ci sarebbe già un sostituto: Baku.

Queste le parole del Supremo, in un’intervista di 2 giorni fa:

“In passato mi era stato detto che senza la Francia la F1 non avrebbe avuto futuro, lo stesso è accaduto per la Germania. Mi pare invece siano state trovate delle validissime alternative!”

Parole che di per sè fanno storcere il naso a più di qualcuno, anche se l’obiettivo di trasformare la Formula 1 un vero e proprio Campionato a distribuzione mondiale rappresenterebbe l’essenza della serie, che non circoscrive solo ad alcune aree geografiche del pianeta i suoi orizzonti, ma anzi tende a coinvolgere molti più Stati. La vera motivazione, a ben vedere è essenzialmente un’altra: quella economica. Gli introiti della Formula 1 infatti sono ingenti (legati, in parte, anche ai costi della serie) e la FOM è certamente intenzionata a giocare al rialzo, puntando su realtà emergenti che sono disposte a spendere cifre altissime e realizzare circuiti a tempo di record pur di guadagnarsi una vetrina internazionale, con buona pace della memoria storica che i tracciati europei custodiscono gelosamente (cosa che lo stesso boss della Formula 1 ha detto a chiare lettere: circuiti come Monza o Magny-Cours non sono economicamente vantaggiose e quindi vanno scartate) e che invece andrebbe tutelata, visto che il futuro della Formula 1 non può non passare attraverso il suo passato (prova ne siano le parate storiche prima delle gare, che sono apprezzatissime dal pubblico).

E con buona pace anche di altri aspetti che con lo sport hanno poco a che fare, quali per esempio il rispetto dei diritti umani, sul quale la sentenza di Ecclestone è abbastanza netta:

“Non credo ci sia da preoccuparsi. Tutti saranno entusiasti, inoltre adotteremo un regolamento apposito per sollecitare il rispetto dei sinoli individui”.

Che si tratti  di aspetti di contorno, sui quali lo sport non dovrebbe mettere il naso e che non dovrebbero a loro volta influenzarlo, è assolutamente evidente (si pensi ai casi dei recenti problemi scoppiati in Bahrain o Russia) ma è anche evidente che la vetrina della Formula 1 finisce per mettere in luce questioni che possono procurare anche un certo imbarazzo… Monza, però, intanto trema, con il suo patrimonio che rischia presto di finire nel dimenticatoio.