20 novembre 2014 – Dopo un lungo inseguimento ed un’attesa dell’annuncio che si è protratta per settimane, finalmente Sebastian Vettel corona il suo sogno: sarà pilota Ferrari.
“La prossima fase della mia carriera in F1 sarà insieme alla Scuderia Ferrari: per me è il sogno di una vita che si avvera”, ha dichiarato Sebastian Vettel. “Quando ero un ragazzino, Michael Schumacher sulla Rossa era il mio più grande idolo ed ora per me è un enorme onore avere la possibilità di guidare una Ferrari. Ho già avuto un piccolo assaggio di quello che è lo spirito Ferrari quando ho conquistato la prima vittoria a Monza nel 2008, con un motore della Casa del Cavallino Rampante. La Scuderia ha una grande tradizione in questo sport e sono estremamente motivato ad aiutare la squadra a tornare al vertice. Darò il cuore e l’anima per far sì che questo accada”.
Parla da innamorato Sebastian Vettel, nuovo pilota Ferrari. Il 4 volte campione del Mondo, già pilota BMW, Toro Rosso e Red Bull, non ha mai nascosto di voler guidare la Ferrari nella sua carriera. Nei giorni dei suoi trionfi, del paragone con Schumi si è persino abusato: scontato, ovvio, naturale che il pensiero, vedendo vincere il ragazzo di Heppenheim, sia corso al ricordo dell’era del Kaiser, il più grande dominio ferrarista della storia.
Vettel ammira da sempre Schumacher, il pilota che lo ha spinto a provare l’avventura con i kart quando era bambino e che lo premiava al circuito di Kerpen. I due, incrociatisi in F1, sono diventati amici tanto che la famiglia ha invitato proprio Vettel a ritirare il premio alla carriera che il pubblico tedesco ha attribuito a Michael ai ‘Bambi Awards’ 2014 tenutisi a Berlino. Un Vettel sinceramente commosso si è presentato sul palco tenendo un discorso molto toccante sul mito della F1 alle prese con i noti problemi.
Era inevitabile che il destino del tedesco e quello della Rossa si incrociassero: nella stanza del tedesco, da bambino, campeggiavano i poster dell’idolo Schumacher vestito di Rosso.
Il primo approccio con l’Italia è nel 2006: a soli 19 anni, Vettel fa segnare dei tempi mostruosi nelle libere del venerdì, piazzandosi addirittura in prima posizione in una sessione e non girando lontano dai tempi che faranno segnare i primi in qualifica. Il dado è lanciato, si inizia a parlare del tedesco, che diviene il più giovane pilota ad aver completato le prove libere fino a quel momento. L’anno seguente, dopo il terribile incidente di Kubica in Canada, la BMW lancia Vettel al GP degli USA ad Indianapolis e Seb raccoglie subito un punto, all’esordio. Dopo il GP d’Ungheria, il tedesco viene ingaggiato dal team Toro Rosso, team di Faenza, per correre la seconda parte di stagione. In Giappone, sotto il diluvio, con una grande prova Vettel è in lotta per il podio quando un rallentamento improvviso di Hamilton sotto regime di safety car, non punito, innesca un incidente tra Vettel e Webber (ironia del destino suo futuro compagno-rivale) che elimina il tedesco. Rientrato in lacrime ai box, si rifarà con un grande quarto posto in Cina.
Nel 2008, l’Italia entra di prepotenza nella sua storia. A settembre, a Monza, Vettel domina un weekend caratterizzato da condizioni metereologiche difficili e, con una macchina motorizzata Ferrari vince davanti ad un pubblico italiano entusiasta, realizzando una vera impresa: è il più giovane vincitore della storia dei GP, battendo il record di Alonso (quanti incroci tra i due). E’ una grande stagione per il tedesco, che ha raccolto anche due ottimi 5i posti a Monaco e Spa, altri tracciati storici del circus. Naturale il passaggio alla Red Bull nel 2009.
Con il team di Milton Keynes Seb otterrà ogni record. Nella prima stagione è vicecampione dietro Button ed una Brawn GP irraggiungibile nelle prime gare, in una stagione che gli vale 4 successi. Nel 2010 il suo destino si incrocia di nuovo con la Ferrari, questa volta in modo beffardo per i tifosi italiani. Vettel disputa un ottimo campionato, rimanendo però sempre dietro Alonso e Webber, soprattutto dopo il guasto in Corea dove a pochi giri dal termine stava per compiere il sorpasso. A suon di vittorie il tedesco rientra in lotta e si va a Yas Marina. Qui accade l’incredibile. Ad Alonso basta il quarto posto per trionfare, Vettel può solo vincere e sperare. La Ferrari marca Webber copiandone la strategia, mentre il tedesco vola Fernando rimane nel traffico della Renault di Petrov e non riesce a schiodarsi dalla settima posizione. La bandiera a scacchi regala un finale imprevisto, con Vettel che diventa il più giovane campione del Mondo, a 23 anni e 4 mesi, ai danni della scuderia dei sogni. Dopo un 2011 di trionfi indiscussi, nel 2012 Alonso pare prevalere sul nuovo scontro per il titolo. Una serie di incidenti penalizza lo spagnolo e Sebastian sale in vetta al campionato a 5 gare dal termine. Si va in Brasile all’atto conclusivo con 13 punti a separare i due contendenti; alla prima curva un incidente sembra eliminare la Red Bull che invece, incredibilmente, rimane in gara e risale sotto la pioggia, fino alla sesta posizione grazie anche ad un sorpasso sulla Mercedes di Schumacher. A fine gara, per 3 soli punti Vettel è campione per il terzo anno consecutivo e raccoglie l’abbraccio di Michael Schumacher: il tempo sancirà quel gesto come un passaggio di consegne tra piloti Ferrari. Il 2013 è l’anno del poker e dei record: il quarto titolo di Vettel arriva con 3 gare di anticipo, 13 vittorie di cui 9 consecutive, nonostante un avvio difficile.
Vettel rimane in Red Bull anche nel 2014, ma i rapporti di forza cambiano. La Mercedes ora domina, la Red Bull fatica e Seb non si adatta alle nuove monoposto. La sofferenza è tanta, così come i problemi tecnici della sua vettura. Lottare non basta a vincere e quando sembra possibile, la sensazione è che le strategie del team spingano di più il nuovo compagno, Daniel Ricciardo. L’australiano vince tre volte, Vettel raccoglie solo 4 podi e quando è in lotta (Canada ed Ungheria) strategie e safety car mortificano le sue speranza. Il momento difficile fa crescere il desiderio di una nuova sfida, una sfida Rossa. In estate, nei box c’è la sensazione che stia per accadere qualcosa di importante. Con l’addio di Domenicali e Montezemolo, matura l’addio di Alonso ed i nuovi vertici Ferrari vogliono un uomo squadra che voglia partecipare ad un difficile piano di rilancio, con consapevolezza della difficoltà della sfida: il nome è quello del predestinato Sebastian Vettel, mandato dalla leggenda Schumacher ed amico di Raikkonen, ultimo campione mondiale ferrarista nel 2007.
“La Scuderia Ferrari ha deciso di riporre la sua fiducia nel più giovane pluricampione della storia della F1” – ha dichiarato il Team Principal, Marco Mattiacci. “Sebastian Vettel rappresenta una combinazione unica di gioventù ed esperienza, e porta con sé uno spirito di squadra fondamentale per affrontare insieme a Kimi le sfide che ci attendono per tornare ad essere protagonisti il prima possibile. Oltre ad una grande sete di vittoria, con Sebastian condividiamo l’entusiasmo, la cultura del lavoro e la tenacia, elementi chiave per costruire insieme a tutti i membri della Scuderia un nuovo capitolo nella storia Ferrari”.
Parole importanti quelle che il ‘nuovo capo’ ha usato per il tedesco. Per i tifosi è facile entusiasmarsi pensando a quando 18 anni fa un altro tedesco iniziò un lavoro che in 5 anni riportò prima il titolo poi la leggenda a vivere a Maranello.
Non sarà una sfida facile, la Ferrari oggi fa fatica e parte lontana dalle prime. Il quarto posto nei costruttori lo testimonia e le regole non permettono di cambiare così profondamente le power unit. Sarà un lavoro di squadra importante dove il pilota dovrà collaborare fianco a fianco con il team, creando un clima sereno e propositivo, partendo dal momento difficile per arrivare di nuovo in alto, dove la Ferrari deve stare.
Serviva un uomo squadra, quale Vettel ha dimostrato di essere diventato, soprattutto rimanendo a lavorare con i suoi uomini nei momenti delle difficoltà. I record di Vettel, tra cui essere il più giovane pilota ad aver vinto un campionato mondiale, ad aver ottenuto una pole position, a guadagnare più punti in una singola stagione (397, nel 2013, con il nuovo sistema punti a partire dal 2010), ad aver vinto un gran premio, ad essere salito sul podio; detiene anche il record del maggior numero di pole position in una singola stagione (15, nel 2011), di gran premi vinti in una stagione (13, nel 2013, record condiviso proprio con Michael Schumacher e di gran premi vinti consecutivamente (9 nel 2013) sono un bel biglietto da visita, insieme alle sue 39 vittorie. Il tedesco porterà freschezza e fame in Emilia, quello di cui c’è bisogno ora: meno egoismi (non me ne voglia Alonso) più unità di intenti. Intanto, è già tornato a far calamitare l’attenzione sulla scuderia di maggior prestigio del circus.
Dopo il GP di domenica, ad Abu Dhabi dove vinse il primo titolo, Sebastian Vettel sarà pronto a pensare solo alla nuova, grande sfida Ferrari. Dove si vuole tornare a vincere. Come fu con Michael Schumacher.