F1 | Storia: GP Canada 2012, il capolavoro di Hamilton

27 novembre 2014 – Lewis Hamilton si è aggiudicato il suo secondo titolo mondiale a bordo della Mercedes e, forse, doveva andare così, visto che l’inglese ha collezionato il doppio delle vittorie del compagno di team e ha ottenuto risultati con un valore aggiunto rispetto a quelli di Nico Rosberg. Infatti, le vittorie di Hamilton non sempre sono arrivate grazie a una partenza dalla pole o da condizioni ideali. Con questo articolo storico, in suo onore, riperciorriamo forse una delle gare più esaltanti della sua carriera, frutto di un mix perfetto tra intelligenza tattica e aggressività fuori dal comune: il Gran Premio del Canada 2012.

Una gara che già dalle prime sessioni di prove libere sembra essere alla portata del pilota inglese, in testa nelle due manches di prove luibere del venerdì; al sabato, però, la musica cambia, con Sebastian Vettel che prende da subito il comando delle operazioni, issasndosi in testa alla classifica della terza sessione di libere e, di fatto, prenotando la pole position, che arriva puntuale. Il tedesco stacca il miglior tempo del weekend staccando di 3 decimi proprio Lewis Hamilton, poi Fernando Alonso, Mark Webber, Nico Rosberg e Felipe Massa.

La gara sembra incanalarsi verso gli stessi canali della qualifica, ma le sorprese non  mancano. Dopo i primi giri, infatti, quando tutti partono con le Supersoft, Hamilton e Vettel rientrano intorno al decimo giro, mentre Alonso compie qualche giro in più, si ferma al sedicesimo e sorprende sia Hamilton che Vettel, saltando in testa. Ma il giro dopo il comando passa a Hamilton, che supera la Ferrari dell’asturiano con le gommehamilton2-lg in temperatura. Nel frattempo si registra il forfait di Schumacher, che era risalito fino a un’ottima quarta posizone prima di essere bloccato da un problema al DRS che lo costringe al ritiro.

Raikkonen apre la danza dei secondi pit-stop, Hamilton lo segue 9 giri più tardi e monta il secondo set di gomme soft. A sorpresa, chi non si ferma sono i due battistrada Alonso e Vettel, che confidano di poter arrivare sino alla fine. E proprio qui arriva il capolavoro della strategia McLaren: via radio lo avvisano di non fidarsi perchè Alonso e Vettel potrebbero non fermarsi. Lewis cambia passo e inizia a imprimere un ritmo inavvicinabile per chiunque, recuperando secondi su secondi a Vettel prima e ad Alonso poi, che all’inizio sembrano resistere ma che poi si ritrovano sulle tele, mentre Hamilton ha le gomme fresche e può fare quello che vuole. Finchè, al giro 60, a Lewis basta aprire il DRS per superare con facilità disarmante Vettel e 2 giri più tardi replica la stessa manovra con Fernando Alonso. Nessuno dei due oppone la minima resistenza e, anzi, si accodano all’inglese che viaggia indisturbato. Anche Vettel cmpie il suo piccolo capolavoro, andando a montare le supersoft a pochi giri dalla fine. Fernando è in crisi, le gomme in crisi lo fanno scivolare molto indietro, si fa superare da Grosjean e Pèrez, e come se non bastasse anche da Vettel, che grazie alle gomme option recupera tutto il distacco dallo spagnolo fino a portarsi davanti a lui.

Sette gare, sette vincitori diversi, mai accaduto nella storia della Formula 1, con Hamilton che a 27 anni porta la sua MP4-27 (strano scherzo dei numeri) in vetta alla classifica mondiale e un anno dopo torna da trionfatore nella gara che l’anno prima lo ha visto sfortunato protagonista nello scontro fratricida con il compagno Jenson Button, sommando grande aggressività con una saggia gestione delle gomme e del mezzo. Doti che lo hanno portato a giocarsi il titolo fino a poche gare dal termine, quando ha dovuto arrendersi ad Alonso e Vettel, e due anni più tardi a conquistare il suo secondo titolo. E’ anche un modo per ricordare una delle più belle gare della ventennale collaborazione tra McLaren e Mercedes, che proprio Lewis Hamilton ha portato per ultimo al trionfo iridato.