F1 | Nico Rosberg, l’onore delle armi

25 novembre 2014 – Dopo una stagione da protagonista, Nico Rosberg non è riuscito a vincere il titolo, andato al compagno Lewis Hamilton. Per lui una grande stagione, chiusa al secondo posto. Ad Abu Dhabi il tedesco ha onorato fino in fondo il campionato chiudendo il GP nonostante i problemi enormi che lo hanno costretto a subire il doppiaggio da Hamilton.

I doppi punti all’ultima gara dovevano dare a Nico Rosberg una chance di titolo, invece lo fanno sprofondare a 67 punti da Lewis Hamilton; in questo caso, i numeri non rendono giustizia al tedesco. Se il titolo di Lewis Hamilton, in virtù di 11 vittorie su 19 gare, è assolutamente meritato, è giusto che  Rosberg sia stato fino in fondo il suo sfidante.

La Mercedes nel 2014 è stata decisamente superiore alle rivali. L’unica capace di adattarsi velocemente e completamente ai nuovi regolamenti. La rivoluzione della F1 ha tolto il sorriso alla Red Bull e lo ha dato alla casa di Stoccarda. A conti fatti, ciò è testimoniato dai risultati: titolo costruttori mai in discussione e piloti al primo e secondo posto: per fare un esempio, ciò non succedeva dal 2004, con la Ferrari F2004 schiacciasassi che oltre al campione Michael Schumacher piazzava Rubens Barrichello al secondo posto. Neanche la Red Bull dei 4 anni scorsi, pur definita astronave, aveva messo i suoi al primo e secondo posto, con Vettel sempre capace di mettere tanti punti tra sè e Webber: questa Mercedes è stata l’arma in più dei piloti.

rosbergaustraliaPrima parte di stagione:Nico Rosberg ha iniziato alla grande la stagione: vittoria in Australia e subito tentativo di fuga, complice il ritiro di Hamilton. Il ritorno dell’inglese è prepotente: 4 vittorie tra Malesia e Spagna e primato agguantato: 100 punti contro i 97 di Rosberg, costante con 4 secondi posti. A Montecarlo, Rosberg si prende la pole con il giallo di un ‘lungo’ che stoppa il tentativo di giro del compagno e vince, tornando davanti per 4 punti. La pole Nico la piazza anche in Canada, prima di una gara dove la Mercedes ritrova i problemi di affidabilità, con i freni in crisi. Hamilton si ritira, Rosberg guida da campione e capitola solo a Ricciardo, a tre giri dal traguardo. Il secondo posto gli vale però un bel +22 su Hamilton. Il 22 giugno si va in Austria. In pole c’è Felipe Massa, che sorride con una grande Williams e fa sorridere i suoi fans. Rosberg in gara è incontenibile e vince davanti al compagno: arriva un vantaggio importante, 29 punti. Si gira la boa, mancano 10 gare e Rosberg sembra lanciato verso il titolo, forte di 8 domeniche su 9 in testa al campionato. Ha guidato con equilibrio, è stato veloce ed ha saputo gestire, mentre Hamilton ha avuto più problemi e pare nervoso con il team, arrivando a sospettare di comportamenti favorevoli al tedesco.
In Inghilterra, nel 2013 Rosberg ha vinto la terza gara in carriera approfittando di un guaio al cambio di Vettel che lo precedeva a poche tornate dalla conclusione. Quest’anno la fortuna gli si rivolta contro: dopo la pole su Vettel, con Lewis sesto, Rosberg parte bene. Mentre è il leader su Hamilton,  la Mercedes ha noie al cambio. Al giro 29 Lewis Hamilton passa in testa e vince, accorciando. Ora sono solo 4 i punti tra i due, con Rosberg ancora al comando. La gara successiva è in Germania, dove il pubblico spinge per Nico. Rosberg fa la pole, l’ennesima, mentre Hamilton ha problemi e dovrà partire ultimo. In qualifica le Williams di Bottas e Massa sognano un’altra impresa, ma è il weekend di Nico che primeggia sempre vincendo la gara. Hamilton è terzo, il vantaggio di Nico sale: 14 punti. L’11esima prova è in Ungheria. Altra pole per Rosberg, davanti a Vettel. Hamilton ha problemi in Q1 e partirà di nuovo dal fondo. In gara, grande spunto di Nico che precede Bottas, Vettel ed Alonso. Al primo giro Hamilton danneggia leggermente l’ala ma rimane in gara. Dopo pochi giri, Ericsson sbatte ed entra la safety car, creando un caso incredibile: quando la macchina di sicurezza entra, permettendo a tutti di fare la sosta prima dell’ingresso, i primi 4 sono già passati oltre la corsia box e devono fermarsi un giro più tardi, perdendo diverse posizioni. Ciò rimette in corsa Hamilton, protagonista di una bella rimonta. Con una strategia coraggiosa, Alonso prende il comando al giro 55 di 70. Nel finale, un arrembante Ricciardo arriva negli scarichi di Alonso, Hamilton e Rosberg che si ferma per un’altra sosta. L’australiano supera Lewis e Fernando e vince, Nico rimonta fino al quarto posto, dietro Hamilton. Rimane leader dopo una gara difficile, dove riceve il segnale di Lewis Hamilton: non mollerò. Mai.  11 punti separano ora il leader dal compagno quando si va alla sosta estiva. Si ripartirà dal Belgio, da Spa-Francorschamps.

La fuga e la polemica: Proprio a Spa inizia il trionfo di Hamilton, nonostante la gara avvantaggi Nico Rosberg. Il tedesco va in pole davanti ad Hamilton, Vettel ed Alonso. La partenza vede Lewis prendere il comando con Sebastian Vettel che lo attacca ma rimane secondo, Rosberg è solo terzo. Già nel secondo giro Nico supera Vettel ed attacca Hamilton, toccando la ruota del compagno e forandola. Lewis si ritira ed arrivano le nubi sul campionato di Nico. Rosberg, così come Vettel, ha problemi con i pit stop e fatica con gli pneumatici, alla fine non rischia e si piazza secondo, dietro Ricciardo, ancora vincitore! Il vantaggio arriva a 29 punti, oltre una gara, ma ai box Toto Wolff e Niki Lauda sono furiosi. “Unacceptable!” schiumano di rabbia i vertici delle frecce d’argento. Da sempre, in Mercedes si lascia piena libertà di lotta ai piloti, importante solo evitare manovre rischiose. L’attacco di Rosberg, che è al limite ma è un episodio che in gara può accadere, viene ritenuto oltre i limiti dal team che accoglie Nico con freddezza glaciale. Hamilton si lamenta e tra i due piloti scende il gelo, nonostante il tentativo di calmare gli animi Nico Rosberg si trova sotto un’enorme pressione e forse iniziano a sgretolarsi le sue certezze.

rosberg3Il declino: A Monza, Rosberg parte bene e supera Hamilton che scivola fino al quarto posto. Il tedesco però per ben due volte va lungo alla prima variante e concede la rimonta di Hamilton. I più maliziosi pensano che l’errore sia una sorta di risarcimento per il tamponamento di Spa, in TV appare un Toto Wolff che sorride nelle immagini che seguono il replay del sorpasso (Toto Wolff smentirà dicendo che il replay è di una fase di gara precedente), fatto sta che Lewis ritrova il successo e gli abbracci di un team che, dopo il Belgio, ha tuonato. Rosberg è sotto shock, ora è lui che ha paura possa accadere qualcosa di strano: situazione ribaltata, ma ancora +22 per lui. La tappa successiva è a Singapore: Hamilton domina dalle qualifiche, pole vittoria e giro veloce. Il segnale sarebbe forte già da solo, ma viene amplificato dal problema di Rosberg. Problemi al volante non gli permettono di partecipare al giro di formazione e Nico parte dai box. I problemi al volante lo perseguitano e nonostante venga cambiato il pezzo non va: ritiro. Lewis vince su Vettel (leader per un giro) e Ricciardo: campionato ribaltato, Hamilton leader per 3 punti. Il mese da incubo diviene realtà. Dopo mesi di comando, Rosberg perde la leadership del campionato e forse anche all’interno del team. Hamilton vola. In Giappone, pole di Rosberg che però, in una gara tragica, deve cedere il passo all’inglese, +10 Lewis. In Russia, alla prima storica edizione del GP di Sochi, Hamilton scatta male dalla pole e Rosberg per passare rovina le gomme alla prima curva, con sosta ai box al primo giro e gara con un solo treno di gomme dure, rimonta e secondo posto da urlo. Cresce però il distacco: 17 punti, quando Nico sognava tornasse di 3. Negli USA, terzultimo atto stagionale, pole numero 9 per Rosberg, che però cede ancora ad Hamilton, chiudendo secondo. 24 punti sembrano tanti, troppi sennonchè ad Abu Dhabi, per scelta di Bernie Ecclestone, verranno assegnati doppi punti.

rosberg4La speranza e la sconfitta: Il Brasile è l’ultima chance per Rosberg. Concentratissimo, stacca la decima pole e vince dopo aver fallito Russia ed USA. Hamilton è nervoso ma arriva subito dietro. Il nuovo distacco è di 17 punti, colmabili grazie alla ‘legge Ecclestone’. Nico ad Interlagos è stato concentrato e si prepara per Yas Marina sapendo di non aver nulla da perdere, lanciando messaggi che possano innervosire Lewis. In qualifica, all’ultimo appuntamento dell’anno, ennesima pole di Rosberg. La speranza è che una Williams si metta tra lui ed il compagno per farlo trionfare. In realtà, la partenza lancia subito Hamilton. Rosberg insegue e, quando il distacco è di 2 secondi, la Mercedes numero 6 perde potenza, girando con una lentezza esasperante. Hamilton allunga, Massa supera Nico che, dopo la seconda sosta, tira fuori l’orgoglio. Chiede ai suoi di portarlo in fondo nei primi 5, sperando in un ritiro di Lewis Hamilton, ma non è possibile: lo superano tutti, Bottas, Ricciardo, Vettel, Alonso, Hulkenberg, Perez, Button, Magnussen, Raikkonen. Nico è 14esimo, mancano due giri, Lewis sta per doppiarlo; è allora che il team, via radio, gli chiede di tornare ai box, dicendo che la vettura ha troppi problemi. In realtà, vogliono evitare l’onta del doppiaggio in una domenica già ricca di amarezza per il pilota. Rosberg si dimostra uno sportivo vero, ogni gara va onorata fino in fondo, non ci si ritira mai per fuggire alla sconfitta:

“No ragazzi, scusate ma voglio andare fino in fondo”.

L’orgoglio di chi vuole arrivare fino all’ultimo metro di un campionato che lo ha visto grande protagonista, di chi sa vincere ma anche perdere, di chi dimostra di vivere lo sport in modo corretto. Nico si fa doppiare da Hamilton, senza manovre scorrette per favorire Massa, poi guida ed arriva al traguardo, quasi in lacrime. Il sogno è infranto, resta un percorso bellissimo.

Un anno importante…con vista sul futuro: Il 2014 lo ha visto per gran parte dell’anno leader (12 gare su 19 contro le 7 di Hamilton), Nico ha sognato il titolo a lungo, il percorso fino al Belgio è stato magnifico. Onestamente, sa che chi ha vinto 11 gare su 19 (Hamilton), merita il titolo. Resta il trofeo FIA per le pole, addirittura 11, segno di una guida veloce e di grande concentrazione. Con una Mercedes così, irraggiungibile nel breve periodo se non si rivoluziona il regolamento sulla modifica delle power unit, il 2015 può essere l’anno di un nuovo tentativo. Rosberg, confermatissimo dal team con cui corre dal 2010 (data del rientro Mercedes in F1 come team indipendente) è un ragazzo intelligente, avrà già capito la sconfitta e sicuramente lo rivedremo motivato in Australia. Il vero uomo forte non è colui che vince sempre ma colui he sa rialzarsi dopo le sconfitte, quindi…. rialzati Nico!