23 Settembre 2014 – Dopo un week end ad alti livelli, Jean-Eric Vergne completa l’opera portandosi a casa una sesta piazza, eguagliando il suo miglior risultato in carriera.
Difficilmente lo rivedremo in F1 il prossimo anno, e molto probabilmente anche lui andrà ad aggiungersi a quella folta schiera di piloti finiti nel dimenticatoio dopo esser stati scaricati dalla Red Bull. Ma JEV non vuole essere uno dei tanti piloti apparsi senza lasciare il segno nel circus, così per dimostrare quanto valga ha tirato fuori dal cilindro un sesto posto quasi insperato alla vigilia del Gran Premio. Il francese classe 90′ però, ha lottato come un leone, riuscendo a battere il compagno di squadra Kvyat e riuscendo a stare davanti a due campioni del mondo come Kimi Raikkonen e Jenson Button.
Una gara rabbiosa la sua, nonostante abbia ricevuto ben 2 penalità: uno stop & go di 5 dopo il secondo pit stop ed altri 5 secondi aggiunti a fine gara. Nonostante questo, Vergne ha azzeccato sia la strategia, montando le soft a 15 giri dal termine, e soprattutto l’approccio, visto che il prossimo anno non sarà più il pilota titolare del suo team. Ma da come ha guidato è sembrato tutt’altro che un pilota che deve lasciare il circus.
Nel post gara non ha trattenuto l’euforia:
Mi sono divertito parecchio a sorpassare i piloti che trovavo davanti, è stata una gara incredibile, soprattutto considerando le due penalità da 5 secondi ciascuna. Ho dovuto spingere il più possibile negli ultimi giri e guadagnare secondi preziosi, ed è quello che ho fatto. Abbiamo meritato questo sesto posto, sono fiducioso che possiamo essere protagonisti anche in Giappone, dove arriveranno ancora più aggiornamenti. Ho bisogno di spingere per trovare un sedile per la prossima stagione: questo sesto posto per me vale come un podio!
In Giappone però, il francese dovrà lasciare il volante della propria monoposto a colui che prenderà il suo posto il prossimo anno: Max Verstappen, anche se solo per una sessione. Ma il francese sarà regolarmente in griglia domenica, pronto ancora una volta a dare battaglia per dimostrare il suo valore.