19 Maggio 2014 – Il business man Ron Walker, CEO della Melbourne Major Events Company società che gestiste tra gli altri il Gp australiano ha espresso tutto il suo malcontento sulle condizioni della Formula 1.
Non è una novità che gli ascolti della massima serie siano calati negli ultimi anni. Se nelle stagioni passate era stato il dominio Red Bull a sedare l’entusiasmo dei tifosi, e ad abbassare gli introiti del Circus, quest’ anno molti puntano il dito sulla carenza di carattere delle monoposto ibride.
In passato infatti era possibile distinguere, in circuito come a casa, le diverse monoposto, dal rombo del motore. Che si trattasse di un V10, un V12 o un propulsore turbo, in ogni caso quella libertà regolamentare consentiva la caratterizzazione e l’ identificazione di ogni singola monoposto.
La Formula 1 si è mossa, ha scelto un regolamento che va verso il “green”, troppo intricato per molti, privo della componente emozionale che determinate frequenze possono regalare, si è scelto di evolversi e di seguire l’ andamento di mercato che propone propulsori sempre più piccoli dalle elevate potenze specifiche.
È importante sottolineare che la componente suono è senza dubbio parte essenziale delle corse, sentirsi vibrare le ossa quando un V12 passa a tutto gas sul rettilineo di Monza è un emozione che tutti dovrebbero provare nella vita, ma è altrettanto vero che non è l’ unica, e che non è la prima era turbo, e che non è la prima volta che ci si lamenta di ciò. Quel che manca è lo spettacolo, e un’ altra componente dello spettacolo possono e devono regalarcela i piloti, sfidandosi e combattendo fino all’ultima staccata, abbiamo avuto un assaggio di ciò anche quest’ anno, in Baharain dove la Formula 1 seppur a digiuno dei suoi fuoriclasse rossi, ci ha regalato duelli in testa, e bagarre nelle retrovie.
È proprio in questo clima di generale insoddisfazione che Ron Walker dichiara quanto segue:
“Non possiamo aspettare fino al prossimo anno, qualcosa andrà fatto presto. Siamo tutti sconcertati riguardo alla carenza di suono. Le persone sugli spalti non capiscono il nuovo regolamento. Vogliono una sfida tra gladiatori, aggressività. I miei partner non sono interessati al fatto che le F1 attuali usino meno di 100kg di carburante a gara,i biglietti oggi sono difficili da vendere perchè il mercato del motorsport è molto competitivo.”
Il suono quindi spaventa gli organizzatori, i detentori dei diritti commerciali (Bernie Ecclestone ha fin da subito espresso dubbi sulla questione), tuttavia, senza dubbio veder battagliare i piloti colmerebbe questo gap emotivo, e riempirebbe entrambi i portafogli, quello emotivo e quello azionario.
Non è il suono il problema, ma l’evoluzione tecnica inibita dai regolamenti e condita dalla nostalgia del passato. Questi fattori non fanno che condurre ad un dominio, quello Mercedes che non può che dare i risultati che la storia ci ha già insegnato.