F1 | Niente Magny Cours , Si all’Azerbaijan

28 maggio 2014 – Era di pochi giorni fa la notizia che la Francia potrebbe tornare ad ospitare il mondiale di Formula 1 sul proprio circuito di Magny Cours. Pista non tanto amata, per il contorno, ma non per questo meno importante nella storia della F1. Eppure nel corso del week end di Montecarlo, Bernie Ecclestone ha smentito un ritorno della F1 d’oltralpe, ma ha invece ulteriormente dato fiducia ad un paese che di F1 storico ha ben poco: l’ Azerbaijan.

Così aveva risposto Bernie Ecclestone a chi gli chiedeva cosa ne pensasse di un’eventuale ritorno della Francia con un proprio Gp sul tracciato di Magny Cours: “Si è vero, hanno bussato alla nostra porta ripetutamente, ma non credo si possa fare in un breve periodo. Mentre invece posso dire che è già tutto a posto con Baku per il Gran Premio dell’Azerbaijan, e avremo la prima edizione del Gp già l’anno prossimo“. A reincarare la dose di mazzate a noi nostalgici, ci pensa Flavio Briatore (visto da molti come “promoter” dell’evento): “Possiedo nell’ Azerbaijan una boutique (della catena “Billionaire”) e ho molti amici da quelle parti. Baku è una città fantastica, nuova, quasi una piccola Dubai. E’ molto vicino all’Europa e gli hotel sono tutti di ultima realizzazione.

Ma si. Ennesimo schiaffo al passato della Formula 1. Ennesima volta dove un circuito, una nazione e delle istituzioni fanno sacrifici (c’era pure un’impegno ufficiale del governo francese) per portare nei loro confini lo spettacolo automobilistico più famoso al mondo e si ritrova scavalcato da un’altro paese che di storico ha ben poco.

L’Azerbaijan ha, effettivamente, un tracciato automobilistico (Baku) ma non è omologato FIA e, quindi, verrebbe utilizzato solo il rettilineo principale. Ma ciò non toglie che il background storico Azero sia nullo e  il rischio è che la F1 diventi l’ennesimo show di passaggio. Una moda momentanea, destinata a crollare nel giro di pochi anni, un pò come già successo in Corea e India. Tutto ciò voltando le spalle a paesi europei che fornirebbe invece, si un guadagno momentaneo inferiore, ma di sicuro dove la passione per le corse ha radici profonde e ben radicate nella propria popolazione garantendo un guadagno duraturo nel tempo. E buona pace di tutti se non hanno alberghi da ottantasettemila stelle con rubinetti d’oro e tazze del water in diamante puro.

bakucircuitQualcuno, giustamente, alzerà la mano e ricorderà la storia del circuito cittadino nel porto di Valencia. Vero. Tracciato su suolo europeo con un passato (e presente) automobilistico di tutto rilievo; ma in tutto ciò insorge una domanda: con tutte le piste presenti nel territorio iberico (Jerez, Valencia, Jarama) era necessario costruirne un’altra in un porto che poteva avere N variabili funzionali di, sicuro, miglior valore? Risposta: No, se avessero dato retta alla vera passione oggi, molto probabilmente, la Spagna avrebbe due tappe iridate (o per lo meno un’alternanza come nel caso della Germania) e, perchè no, un team in più.

 

In sostanza, tramontano i sogni di chi voleva Magny-Cours che non sarà stato il circuito più bello del mondo, ma solo col nome regalava ricordi, duelli e tanti bei “Ah, come eravamo 10 anni fa!” ai tifosi ferraristi. Arriva invece Baku che schianta Magny Cours per il contorno fatto di sfarzi ed economia in crescita incontenibile. Con buona pace di chi, nonostante tutto, cerca ancora uno scampolo di sport in quello che sta sempre più diventando un prodotto da vendere sugli scaffali dei paesi più abbienti, e non una sana competizione. Una Formula 1 che sembra, ormai, un prodotto da prosciugare il più possibile prima di passare il testimone della gestione a qualcun’altro, convinto di aver l’affare della vita. Un pò come fecero Ecclestone alla Brabham e Briatore con la sua miriade di locali che ha gestito in passato.