F1 | Storia : I 60 anni di Riccardo Patrese

17 aprile 2014 – Oggi ricorre una giornata particolare, perchè festeggia 60 anni uno dei protagonisti della Formula 1 del passato, per lungo tempo recordman delle presenze in Formula 1, con 256 Gran Premi all’attivo, e cioè il padovano Riccardo Patrese.

Inizia nelle formule minori, vincendo nei kart e in Formula 3, ma subito viene proiettato nella massima categoria velocistica, la Formul 1. Infatti, nel 1977, all’età di 23 anni (un giovanissimo, per l’epoca) sarà chiamato da un team in emergenza, la Shadow, costretta a fare i conti con la scomparsa di Tom Pryce. In quella stagione, Alan Jones verrà chiamato a far coppia con Renzo Zorzi, ma l’australiano lasciò dopo il GP di Spagna, così da permettere l’esordio del pilota italiano. Esordisce, quindi al Paul Ricard, che precede il Gran Premio di Monaco, in cui Patrese giunge nono e attira l’attenzione degli addetti ai lavori. Alla fine della stagione si prospetta una nuova opportunitàè per Patrese, marchiata Rosso Ferrari: «Sono stato molto vicino dal correre in Ferrari, nella mia prima parte di carriera del 1978 con l’Arrows, nello specifico quando fui in testa al GP del Sud Africa e mi ritirai a 10 giri dalla fine. Qui, l’ingegnere mi prese sotto la sua ala per firmare un’opzione a loro favore per avermi, ma la cosa non si avverò perché per tutto il 1978 Villeneuve ebbe una brutta stagione. Sembrava dovessi sostituirlo, ma poi vinse l’ultimo GP di Canada a casa sua e si riconfermò, quindi l’opzione della Ferrari non venne mai esercitata. sicuramente è un rimpianto, soprattutto legato alla prima parte della mia carriera. Dopo, quando divenni più “internazionale come mentalità” la cosa passò un po’».

patresearrowsNel 1978 Patrese avrebbe dovuto fare coppia con Gunnar Nilsson, ma il povero pilota svedese si dovette ritirare a causa di un tumore, che se  lo porterà via  per sempre pochi mesi dopo. Ma c’è un’altra novità: la Shadow si trasforma e diventa Arrows, grazie all’incontro tra i membri della Shadow e Don Nichols. La nuova FA1 esordì all’inizio della stagione 1978 in Brasile, dove Patrese finirà decimo, ma il pilota padovano stupirà tutti in Sudafrica, dove per alcuni giri comanderà la gara. In Svezia giungerà secondo e il suo stile di guida aggressivo verrà criticato da Ronnie Peterson. Il pilota svedese, suo malgrado, sarà una delle cause di maggiore acredine verso Patrese da parte di James Hunt, più precisamente nella gara dove perse la vita a Monza. Patrese venne accusato da tutti gli inseguitori di aver provocato l’incidente, e per questo verrà escluso dal Gran Premio di Watkins Glen e 2 anni più tardi verrà incriminato per omicidio insieme al direttore di corsa Gianni Restelli, accusa da cui verranno prosciolti nel mese di novembre 1981. Nei tre anni successivi non ci saranno risultati di rilievo, salvo la prima pole position conquistata sul tracciato di Long Beach.

L’anno successivo (1982) Bernie Ecclestone lo vuole alla Brabham per affiancare Nelson Piquet. La partnership con la BMW sembra promettere bene, ma al’inizio non arrivano i risultati sperati. Ma a metà stagione, sul circuito di Montecarlo, Riccardo compie una delle imprese più strane della Formula 1: è l’unica monoposto a passare sul traguardo, e vince una gara incredibile e piena di colpi di scena. La Brabham sembra in risalita di risultati e, infatti, nel 1983 ritrova il titolo mondiale a 2 anni di distanza con Piquet. Patrese avrà la gioia della vittoria nell’ultima gara. Tornerà sul gradino più alto del podio  solo nel 1990. Nel frattempo, alla fine del 1983 si aggrega alla Benetton Euroracing-Alfa, pieno di speranze, ma la carenza di risultati metterà in  crisi il suo futuro. Così, nel 1987 decide di tornare alla Brabham, ma anche questi due anni non saranno come i precedenti, i risultati scarseggeranno e deciderà, nel 1990, di intraprendere una nuova avventura in Williams.

PatreseBrabhamRiccardo Patrese debutta al volante di una Williams motorizzata Honda al Gp d’Australia del 1987, sostituendo l’infortunato Mansell. Firma anche per il 1988 e inizia la sua lunga partnership con il team di Sir Frank Williams. Il prima anno è avaro di emozioni a causa di una Williams FW12, motorizzata Judd, di sicuro non tra le migliori del lotto. Sul suo muso, debutto il numero 6 bianco che per la storia della Williams sarà come il mitico “Five-Red” di Mansell. Nel 1989, la Williams monta i nuovi e promettenti motori Renault e i risultati subito si vedono. Patrese porta a casa 4 secondi,due terzi posti e una pole in Ungheria (maledetto radiatore bucato!) chiudendo terzo il campionato del mondo di F1, dietro solo ai dominatori su Mclaren Prost e Senna. Fino a quel momento, è il miglior risultato stagionale in F1 per Patrese. Ed è solo l’inizio.

La stagione 1990 inizia bene con Patrese che torna al successo dopo quasi 7 anni di distanza. A Imola, per di più, ingaggerà anche uno splendido duello con Mansell e Berger avendo la meglio sul pilota austriaco della Mclaren dopo che Mansell si dovette ritirare per rottura del motore.  Il resto della stagione sarà, però, avaro di emozioni con solo qualche piazzamento a punti e niente più. Nel 1991, inizia la saga della Williams con la FW14. La vettura è tecnicamente superiore alle altre, ma è anche molto fragile. In questa stagione, Patrese otterrà 2 vittorie, 6 podi e 2 pole position; chiudendo terzo in campionato dietro al neo arrivato (ritornato) Mansell.

Nel 1992, le Mclaren sono in difficoltà tecnica, mentre Prost si concede un anno sabbatico dopo aver abbandonato la Ferrari in piena crisi tecnica. In Williams, invece, si vive un periodo tecnicamente molto florido e i riscontri si hanno con la FW14-B. Dire che Mansell e Patrese hanno dominato la stagione sarebbe riduttivo. I due hanno schiacciato, stracciato, devastato la concorrenza. Patrese vince solo una gara, a Suzuka, che resterà a lungo (11 anni) l’ultima vittoria di un’italiano in F1, ma ottiene la bellezza di 8 podi (di cui 6 volte secondo dietro al compagno Mansell) e il secondo posto nel campionato piloti, suo miglior risultato di sempre.

PatreseWilliamsLa situazione interna alla Williams, però, comincia a farsi delicata. Spesso ordini di scuderia non proprio democratici hanno rovinato gare che potevano essere molto più positive per Patrese. La stima fortissima che lo legava a Sir Frank Williams, ha spesso portato il padovano a non dare peso ad alcune scelte, celando ai giornalisti i problemi interni con risposte molto “politically correct”. Inoltre, come se non bastasse, la Williams è diventata l’oggetto del desiderio per molti top driver, tra cui spiccano i nomi di Prost (voluto dalla Renault), Senna e anche Mansell. Patrese teme di trovarsi senza un sedile per il 1993 e decide di accasarsi alla Benetton ben prima del finale di stagione.

Passa alla Benetton come compagno del giovane ed emergente Micheal Schumacher, ma la netta differenza tra il futuro campione Schumacher e l’esperto Patrese si fa sentire. Riesce, comunque, a chiudere il campionato quinto, subito dietro a Schumacher, ma staccato ben 32 punti. Patrese porterà a casa due podi (3° a Silverstone e 2° all’Hungaroring) gli ultimi due della sua carriera. Sentendosi libero dalla Benetton di cercare un’altro team, opterà per il ritiro dalla F1 a fine stagione dopo 25 anni di onorata carriera. Voci confermate dallo stesso Patrese ai microfoni di Sky pochi mesi fa, lo davano come presente nel taccuino dei papabili di Frank Williams per sostituire Senna dopo l’incidente mortale di Imola. Non solo. Nel 1996 ha partecipato ad un test segreto a Silverstone alla guida della Williams FW18, segnando tempi di poco superiori a quelli fatti segnare nelle qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna dai due piloti ufficiali Hill e Villeneuve.

Riccardo Patrese dopo il ritiro non ha certo abbandonato il “vizio” della velocità: infatti,  nel 2008, alla giovane età di 54 anni, Riccardino (nome il cui motivo verrà presto svelato) si ributterà al volante di una Honda di quell’anno, completando una serie di 5 giri sul tracciato di Jerez, con un miglior tempo di 1′30″210. Però, in quei giorni, non poteva non condividere l’ebrezza della velocità e lo fa con un copilota d’eccezione, sua moglie! La quale, conscia del fatto che il bravo maritino sarebbe andato piano, inizia a far volare improperi di ogni tipo nei confronti del caro Riccardino, sotto l’occhio virtuale della telecamera nascosta. La scoperta dell’occhio tecnologico da parte della coppia a tutto gas scatena le risate dei due e anche del team Honda, che era ben conscio dello scherzoarchitettato da Patrese alla consorte…

Patrese coltiva anche diversi hobby, tra  quali spicca una passione sbocciata di recente per i cavalli: segue, infatti, i figli Beatrice e Lorenzo sui campi di gara di equitazione e non ha resistito nemmeno lui alla tentazione di montare in sella per gareggiare nella categoria Masters a Piazza di Siena. La tentazione della velocità è sempre forte e anche queste passioni lo dimostrano, come quella di collezionare trenini. Ancora 60 di questi giorni, auguri Riccardo!