Roma, 4 marzo 2014 – Secondo un’indiscrezione pubblicata questa mattina da Autosprint, la Ferrari avrebbe effettuato le rilevazioni cronometriche in un punto diverso, non utilizzando il punto di riferimento posto sul traguardo. Ed i tempi registrati sarebbero migliori di quelli ufficiali.
E’ chiaro a tutti che i tempi sul giro si prendono sul traguardo, ma è altrettanto chiaro a tutti che sono molteplici i punti di rilevamento dei tempi lungo l’intero giro del tracciato. Oggi, infatti, il pilota è informato dei distacchi, dei propri miglioramenti o peggioramenti istantaneamente, attraverso dei continui aggiornamenti sul volante. A fornire questi aggiornamenti sono proprio tutti quei sensori che, non molto distanti uno dall’altro, possono misurare il tempo sul giro settore per settore, curva per curva.
Al pubblico nelle dirette televisivi vengono mostrati generalmente i tempi di tre settori, ma bisogna sapere che all’interno dei tre settori esistono molti altri frazionamenti più piccoli che forniscono dati preziosissimi ai team per capire, curva per curva, quale siano i punti in cui si guadagna e i punti in cui si perde. Nella foto sotto, un esempio dei molti sensori presenti lungo un circuito (nella foto il circuito di Singapore) dove in verde vengono indicati tutti i sensori di rilevamento istantaneo.
Una volta chiaro tutto questo, si può comprendere come la Ferrari possa, secondo l’indiscrezione di Autosprint, aver misurato il tempo sul giro utilizzando un punto di partenza ed arrivo diversi da quelli “convenzionali” sul traguardo. Infatti, basta scegliere, come punto di partenza e di arrivo, una delle tante fotocellule sulla pista e sommare tutti gli inter-tempi che i sensori trasmetteranno fino a quando non si ripasserà per il sensore prescelto. Perchè fare questo? Semplice, per nascondere i veri tempi alla concorrenza. Qualcuno ci ha chiesto se, spostando comunque i punti di riferimento, i tempi non fossero uguali. Certo che no! Infatti, solo il pilota conosce qual’è il punto “vero” di rilevamento e solo una volta raggiunto “la sua partenza” spingerà al massimo, per poi alzare il piede una volta concluso il “suo giro” nel punto prestabilito. Per esempio se il punto di partenza scelto è alla curva 4, il pilota non percorrerà le prime tre curve al massimo, facendo già “saltare” il cronometraggio ufficiale. Naturalmente affronterà poi le prime tre curve al massimo nel passaggio successivo, ma alzerà il piede subito dopo il passaggio alla curva 4, rendendo inaffidabili i rilevamenti alle curve successive. In sostanza, tutto è spostato, e ovviamente non coincidente con il cronometraggio ufficiale, mentre al team basterà semplicemente fare la somma dei settori per avere il tempo reale ottenuto dal pilota sul giro.
Tutto questo spiegherebbe anche l’enorme differenza tra le velocità massime ottenute dalla rossa e i tempi invece fatti registrare. La Ferrari, infatti, ha ottenuto sempre le migliori velocità di punta in tutti i settori. 339,5 km/h sul rettilineo prima dei box, 308,3 km/h sul traguardo e 244 km/h al primo rilevamento, però poi stranamente non otteneva i tempi migliori. Certo, conta anche la percorrenza in curva, ma quando però si ottengono le velocità massime in tutti, (ripeto tutti) gli speed-trap, generalmente si ottiene anche il tempo migliore sul giro. Di fatto la Ferrari pur essendo più veloce di 10 km/h rispetto alla Mercedes, pagava poi sul giro un distacco di circa 1 secondo. Siamo d’accordo con quanto tweettava Carlo Vanzini qualche giorno fa, evidenziando che questo potrebbe essere il risultato di una migliore erogazione di potenza e di una aerodinamica più efficace in curva da parte della Mercedes, ma l’indiscrezione di Autosprint potrebbe in effetti far rivedere il tutto in un ottica diversa e quindi rivalutare anche diversamente le performance della Ferrari.
Solo Melbourne ci dirà quali sono i reali punti di forza, anche perché lì i tempi di riferimento, saranno presi per tutti allo stesso modo.