F1 | I Team Indimenticabili: La Maserati

18 Dicembre 2013 – La terza uscita della collana “I Team Indimenticabili” vede protagonista una tra le più gloriose case costruttrici italiane che è stata, in passato, impegnata in Formula 1: La Maserati

La storia della Maserati inizia nei sogni di Alfieri, Ernesto ed Ettore (3 dei 7 fratelli Maserati) che costituiscono la società dandole il nome di “Officine Alfieri Maserati”. Il fratello Mario ,un discreto pittore, viene incaricato di disegnare il logo della società e sceglie il tridente in onore dei tre fratelli che operano per uno scopo comune e presente in una delle statue simbolo di Bologna: Il Nettuno raffigurato nella statua in piazza Maggiore.

tipo26Le corse sono nel sangue dei tre fratelli e in particolare nelle vene di Alfieri scorre l’amore incondizianato per la competizione. Già pilota prima ancora di fondare la sua officina, nel 1920 a guerra finita si ributta nelle corse e nel 1921, deluso dalle prestazioni delle sue vetture, decide di costruirsene una per se. La vittoria arriva già alla fine di quell’anno ma la vettura in questione non è da considerarsi la prima Maserati della storia in quanto era una sorta di vettura con montati componenti di più aziende locali. Un antesignana dei Garagisti che arriveranno 40 anni dopo. Dopo una collaborazione con la Diatto, la Maserati costruisce la sua prima vettura. Partendo da un telaio proprio della Diatto (azienda torinese fallita) nasce la Maserati Tipo 26. Inizia il viaggio, inizia la grande storia Maserati. Nel 1930 al Gran Premio di Tripoli arriva la prima vittoria di una Maserati in un Gran Premio con alla guida il compianto Borzacchini.

La storia della Maserati sembra tutta in discesa fino al tragico 1932. Alfieri Maserati muore in seguito ad un’azzardata operazione dei medici che tentarono di salvare l’unico rene rimastogli dopo che aveva perso l’altro in un incidente nel 1927. Il mondo delle corse è in lutto e lo sviluppo della nuova Maserati, la Tipo V5, rallenta drasticamente. Tuttavia al posto di Alfieri subentra il fratello Bindo con le ossa robuste dopo una decennale esperienza alla Isotta -Fraschini. La Tipo V5 è un successo oltre ogni immaginazione e i trionfi fioccano. Alle officine Maserati nel Gennaio del 1933 bussa una persona che non ha bisogno di presentazioni: Tazio Nuvolari. Compra una Maserati 8CM e regala ai fratelli Maserati le vittorie in Belgio, nella coppa Ciano e al Nurburgring. E’ il momento più alto per la Maserati fino al debutto in Formula 1.

La situazione economica per la Maserati è positiva. Piloti clienti fanno a botte per accappararsi i telai Maserati e i dipendenti non riescono a smaltire la richiesta di ricambi. Tuttavia, dalla Germania arriva un vento gelido che rende difficile la sopravvivenza per la casa del tridente. Mercedes e Auto Union sono appoggiatissime sia politicamente che economicamente da Hitler e dal governo tedesco, mentre in Italia Mussolini non ha neanche i soldi per comprare un cannone figuriamoci se può appoggiare la Maserati. I tre fratelli, alle strette economiche, decidono che per il bene della scuderia è meglio cedere al miglior offerente che porta il nome di: Adolfo Orsi.

8ctfboylespecialLa cura firmata da Adolfo Orsi si fa subito sentire. Innanzitutto non è il ricco sfondato che vuole comprarsi un giocattolino, ma un industriale capace di far fruttare ogni centesimo di Lira che ha investito. Un “self – made man” come i fratelli Maserati che ha cominciato da zero e si è dovuto sudare tutto, compreso un affetto paterno mai avuto. Orsi compra la Maserati nel 1937 e già nel 1939 arriva il trionfo a Indianapolis grazie alla 8CTF “Boyle Special” di  Wilbur Shawn. Nel dopo guerra trasferisce la sede a Modena per creare un polo industriale vicino ad aziende già di sua proprietà. Nomina sua figlio, Omar, manager mentre i 3 fratelli Maserati non vengono affatto allontanati, anzi. Orsi è conscio di non essere un ingegnere ma un uomo d’affari mentre i 3 fratelli sono geni della progettazione. Lascia a loro la gestione e la progettazione delle vetture mentre lui si occuperà della parte finanziaria.

Dopo 6 anni di guerra, la Maserati riprende da dove era rimasta. Vince a Nizza scacciando i fantasmi della guerra e nella nuova sede Modena approda l’ingegnere Alberto Massimino, soffiato all’odiato rivale Enzo Ferrari. I fratelli Maserati, forse non amanti della mentalità industriale imposta da Orsi, lasciano la loro creatura e fondano l’OSCA, una società impegnata nello sviluppo del design di vetture stradali, ma che annoverà partecipazioni alla Mille Miglia, Targa Florio e anche 4 GP in Formula 1. Il benessere della Maserati stride con i problemi del patron Orsi che si troverà a fronteggiare la ribellione degli operai delle sue acciaierie e questo non gioverà alla Maserati.

Nel 1950, nasce il campionato del mondo di Formula 1 e la Maserati sarà presente. I problemi nelle acciaierie di Orsi, però, impediranno alla scuderia di costruire una vettura ad Hoc per la neonata competizione e così il debutto avviene sulla Maserati 4CLT , un’evoluzione della 4CL nata nel 1939. Anche se la 4CLT era più idonea ai regolamenti F2 che a quelli di F1, Reg Parnell con una vettura privata vince il “Trofeo di Richmond” a Goodwood. Ok, nessuna ufficialità al mondiale, ma è una gran soddisfazione vincere la prima volta in Formula 1. Nella prima stagione in Formula 1 parteciparono ben 16 Maserati ad almeno un Gran Premio a dimostrazione di quanto la cura verso i “clienti” sia stata fondamentale per la Maserati.

Il 1952 vede il ritiro dalle competizioni della rivale milanese Alfa Romeo e l’introduzione nel mondiale di macchine di categoria F2. Una manna dal cielo per la Maserati che, con Fangio appena ingaggiato, sembrerebbe la favorita per titolo mondiale. Un’incidente a Monza in una gara di F2 fa saltare completamente la stagione 1952 a Fangio e i rivali Ferrari e Ascari hanno campo libero. Nel 1953 Fangio parte in sordina per poi rifarsi nel finale di stagione e portare a casa una splendida vittoria al Gran Premio d’Italia e una settimana dopo al Gran premio Città di Modena, tanto caro al patron Orsi, non valido per il mondiale. La Maserati A6CGM si congeda dalla F1 con risultati, quindi, di gran rispetto, e nelle officine di Modena già si lavora sulla macchina del futuro.

maserati-4cltAl Gran Premio d’Argentina debutta la Maserati da competizione più famosa: la 250F. Fangio ha già nelle tasche del suo completo da gara un contratto firmato con Mercedes, ma il tardivo debutto della W196 permette all’argentino di guidare le prime due gare ,Buenos Aires e Spa-Francorchamps, ancora al volante della Maserati dove trionfa annichilendo i rivali. Al ruolo di prima guida subentra la leggenda vivente (ancora oggi) della Formula 1: Stirling Moss che vince a: Pescara, Goodwood, Oulton e nello spaventoso Aintree. Sono tutte vittorie importanti, ma che lasciano il tempo che trovano essendo Gran Premi non valevoli per il mondiale.

Dopo un 1955 vissuto nel dominio Fangio e Mercedes, nel 1956 si respira aria di cambiamento. Le tragedia di Monza (la morte di Ascari) e Le Mans (83 spettatori alla 24 ore) pongono molti interrogativi sulle corse automobilistiche. La Lancia si ritira dalle corse dopo solo 2 anni cedendo tutto alla Ferrari e anche la Mercedes, in segno di lutto per i fatti di Le Mans, abbandona le competizioni nella quale era impegnata, facendovi rientro solo nel 1987. Secondo i pronostici il mondiale sarà un affare Ferrari-Maserati, e cosi sarà.

Il 1956 vive nella rivalità eterna tra Ferrari e Maserati. Il Drake chiamava la Maserati “quelli la in fondo” per una questione puramente topografica della città di Modena. Al Gp di Argentina si vedono sulla griglia solo vetture prodotte a Modena; segnale della potenza che era l’Italia quel tempo. Moss è l’alfiere della Maserati, mentre l’ex di turno Fangio ha appena firmato con la Ferrari ed è lui l’uomo di punta. I due grandi rivali si presentano all’ultimo appuntamento del mondiale a Monza in piena lotta con Fangio forte di 2 vittorie in Germania e Gran Bretagna più la vittoria condivisa con Castellotti a Monaco, mentre Moss ha vinto solo in Argentina ma ha incamerato un eccellente numero di piazzamenti. Il Gran Premio d’Italia del 1956 non è una gara come le altre nella storia della Formula 1, è la gara del beau-geste di Collins che cede la vettura a Fangio, il quale può vincere il suo 4°mondiale. Ne fanno le spesse Moss e la Maserati che perdono così la loro prima chances iridata. E’ solo questione di tempo.

Maserati-250FNel 1957 la Maserati riaccoglie a braccia aperte Fangio, tutt’altro che appagato dai suoi 4 mondiale. La Maserati 250F (auto simbolo di quegli anni) domina in lungo e largo. Vince in: Argentina, Montecarlo, Francia e solo il ritiro per problemi al motore gli nega la vittoria a Silverstone. Moss, proprio grazie alla vittoria ottenuta a Silverstone, si rifà sotto a Fangio, ma nulla può contro il più grande, con la macchina simbolo, sulla pista magica dell’epoca. Al Nurburgring Fangio parte con gomme morbide e poca benzina per contrastare Hawthorn e Collins che invece caricano a tappo i serbatoi delle loro Ferrari e montano gomme dure per non fermarsi. Il pit di Fangio è un disastro e la gara pare sia un affare tra i due assi inglesi della Ferrari, se non fosse che Fangio cominciasse una rimonta furiosa che lo porta a superare le Ferrari al penultimo giro, vincere la gara e portarsi a casa la quinta iride della carriera. A fine gara Fangio dichiarerà: “Non ho mai corso così velocemente in tutta la mia vita e mai più sarò in grado di farlo”. E’ una sorta di annuncio al ritiro che arriverà poco più avanti. La Maserati festeggia la sua unica iride ed è un peccato che il mondiale costruttori sia stato assegnato solo l’anno dopo sennò sarebbe stato ampliamente suo.

Nel frattempo a Modena i conti della Maserati non sono in positivo. Adolfo Orsi è costretto a dismette il reparto corse della Maserati e concentrarsi nella produzione di vetture stradali che, come è ancora oggi, saranno destinate a raggiungere un successo planetario. In F1 una 250F si vedrà in griglia fino al Gp degli USA del 1960 con Bob Drake e la prima F1 guidata da una donna (Maria Teresa de Filippis) sarà una Maserati. Negli anni successivi i motori Maserati verranno montati su Cooper private e vedranno il loro massimo con la vittoria di Surtees nel 1966 in Messico. Vic Elford al Gp di Montecarlo del 1969 farà urlare per l’ultima volta un motore Maserati in F1.

Tra il 1997 e il 1999, la Ferrari acquista la Maserati: i due grandi rivali si alleano e oggi la Maserati vive in modelli stradali dall’immensa bellezza. Quando si parla di costruttore italiano si pensa alla Ferrari e si dimentica un’altra grande costruttore che ha scritto la storia dell’automobilismo tricolore. Un costruttore che si è fermato a quando i sedili erano in pelle, i volanti in legno e le forme della carrozzeria erano a sigaro, ma ha saputo vincere lo stesso e costruire il simbolo di quegli anni pionieristici. La semplicemente bella Maserati 250F