F1 | Josè Carlos Pace: In nome di Interlagos

20 Novembre 2013 – Si passa una vita, una carriera,  talvolta un’intera generazione a cercare di lasciare il proprio nome scritto da qualche parte nella storia della Formula 1 e raramente ci si riesce. C’è poi chi ci è riuscito vincendo solo una Gran Premio, ma ha ricevuto l’onore di vedere il proprio nome associarsi alla storia del tracciato dove ha vinto solo una volta. Costui è Josè Carlos Pace.

Disinvolto, simpatico, dal sorriso sempre pronto e dalla battuta sempre nella manica Jose Carlos Pace nasce il 6 ottobre del 1944. Cresce dietro i banchi di scuola con Wilson Fittipaldi, fratello di Emerson, inizia a correre all’età di 19 anni nel campionato brasiliano turismo e nel 1970, a 26 anni, si trasferisce in Europa. Dopo 2 anni passati in F3 e F2, dove entrerà anche nelle mire di Colin Chapman e della Lotus, nel 1972 debutta in Sud Africa alla guida di una March di proprietà di Frank Williams.

Il primo anno in Formula 1 per Carlos Pace è frustante. La March 711 della scuderia di Frank Williams è inaffidabile e raccoglie solamente due piazzamenti a punti in Formula 1 ed, al volante di una Ferrari, è secondo nella 1000Km dell Osterreichring. Bastano per tirarsi addosso gli occhi di John Surtess, che lo ingaggia nella sua scuderia per il 1973.

Le soddisfazioni per Carlos Pace cominciano ad arrivare, e al Gran Premio D’Austria sale addirittura sul podio. Continua a flirtare anche con la rossa più bella del mondo: la Ferrari. Giunge secondo, in coppia col mitico Merzario, alla 24 ore di Le Mans. Per il 1974 vuole il “botto” in carriera, ma la sua Surtees manco gli permette di scoppiettare un mini cicciolo e allora emigra alla Brabham già nel corso del 1974 collezionando subito ottimi risultati.

Il 26 gennaio del 1975 si corre il Gran Premio del Brasile. Se in Italia si passa la serata a stendere coperte sui parabrezza delle proprie automobili per evitare il formarsi della brina, in Brasile piloti e tifosi cuociono dal caldo. Le autobotti dei pompieri sparano acqua nelle gradinate per rinfrescare i tifosi, scongiurando il rischio di insolazioni. Pace, con la sua Brabham BT44B, è sesto e al via neanche immagina che quel giorno cambierà la sua vita per sempre. Al comando della gara si alterneranno: Reutmann, Jarier e solo nel finale Carlos Pace. Il brasiliano resistette anche alla rimonta furiosa di Emerson Fittipaldi che vide così svanire la possibilità di vincere per tre volte consecutive il Gran Premio di casa. Fu l’unica volta che la corona di alloro del vincitore cinse le spalle di Carlos Pace, ma fu più che sufficiente a consegnarlo alla storia.

Nel corso del 1975 il “Moco”, come era soprannominato Carlos Pace, ottiene altri ottimi risultati, compresa una pole nel velocissimo e pericolosissimo Kyalami,  che gli permettono di chiudere il campionato in 6° posizione. E’ il suo anno migliore. Nel 1976 la Brabham del già onnipresente Bernie Ecclestone scarica i Ford Cosworth DFV e si affida ai nuovi e potenti Alfa Romeo. Vuoi l’irruenza di Pace, vuoi un progetto ancora acerbo: fatto sta che i risultati sono scarsi e di poco conto. Il 1976 è, quindi, un anno di transizione per Pace e la Brabham, con tutti gli interessi puntati al 1977.

L’ inizio del campionato 1977 fu molto promettente per Pace e la Brabham. Secondo in Argentina, veloce e addirittura in testa per qualche giro in Brasile prima del ritiro e un positivo week end (ancora al comando prima di un pit stop non previsto) nel tragico Sud Africa 1977 ( vi morì Tom Pryce) dove dimostrò le potenzialità della Brabham BT45B e degli sviluppi alla trasmissione portati dalla Alfa Romeo. Fu il suo ultimo Gran Premio di Formula 1.

Il 18 Marzo del 1977 Carlos Pace è in visita alla fattoria dell’amico e pilota Marivaldo Fernandes. Durante il viaggio in aereo che gli avrebbe condotti a San Paolo il velivolo con a bordo Pace, Fernandes e il pilota si schianta nei pressi di Mairipora. Muoiono tutte e 3 i passeggeri e si deve ricorrere alle impronte digitali per identificare i cadaveri.

Dal 1985 il circuito di Interlagos porta il nome di Pace proprio in sua memoria. Dopo la morte di Senna nel 1994 si pensò di intitolare il tracciato alla leggenda del pilota brasiliano. Per fortuna non se ne fece nulla (è intitolata a Senna la prima “S” del circuito e un kartodromo al suo interno) in quanto esistono piloti che per imprese, gesta e venerazione come se fossero dei santi verranno ricordati per sempre anche senza intitolargli neanche una piazzetta nel paese dove hanno mosso i primi passi. Ci sono poi piloti onesti, veloci e amanti incondizionati della propria passione che solo il tempo infame non gli ha dato l’opportunità di dimostrare ciò che valgono realmente. Uno di questi è Carlos Pace e cancellare ciò che gli ricorda sarebbe come umiliare chi ha vissuto in nome della sua passione e ha donato esso a ciò che la rappresenta nella sua terra.