7 novembre 2013 – Il gran premio d’Australia di Formula 1 del 1993 non fu un normale appuntamento di fine mondiale. Quel giorno Alain Prost, il professore della Formula 1, 4 volte campione del mondo, diede la sua ultima lezione. Anzi, a essere onesti quel giorno anche un altro senatore della Formula 1 appese casco e tuta al chiodo: Riccardo Patrese.
Il professore e il senatore. Sembra il titolo di un film alla “Amici miei” dove i due protagonisti scelgono lo stesso giorno per abbandonare i loro campi e darsi alla vita da pensionato. Adelaide è forse l’aula più da “amarcord” di tutta la scuola della Formula 1 anni 90. Con i suoi rettilinei, i suoi muretti e le vie di fuga quasi pari a 0, ricorda un pò le gare old style dove ci si sfidava a colpi di coraggio e non a colpi di assetto.
Già dalle qualifiche accade un fatto unico nella stagione: Non c’è una Williams in pole. E’ davvero una notiziona visto che nei precedenti 15 appuntamenti le Williams F1 avevano spadroneggiato nelle sessioni di qualifica. Davanti a tutti scatta Ayrton Senna. Anche quello fu un saluto. Adelaide 93 fu l’ultima pole di Ayrton Senna con una Mclaren.
La cronaca della gara è roba di poco conto. Al via rimangono in stallo prima Katayama e poi Irvine, per la gioia delle frizioni delle Formula 1 schierate sulla griglia. Quando finalmente si riesce a partire con procedura regolare, il trio Senna – Prost – Hill detta il passo. Gli altri tutti ad inseguire. A parte un tentativo di Hill di passare il compagno Prost, finito con un testacoda del figlio del grande Graham, non succede più niente. Senna vince per l’ultima volta con la Mclaren e per l’ultima volta nella sua vita. Prost chiude secondo davanti al compagno Hill. Il senatore Patrese non va oltre un deludente ottavo posto, rallentato da problemi alla sua Benetton.
Nel giro di rientro, le telecamere non sanno cosa e chi seguire. Senna per l’ultima vittoria? Prost per l’ultima gara? oppure cercare Patrese rallentato da problemi di pescaggio benzina? Si decide di fare un mix di tutto, tanto ovunque peschi il regista in quei momenti ogni fotogramma è storia e statistica della Formula 1 quindi va bene tutto.
Nel parco chiuso tutti trattengono l’emozione tranne Jo Ramirez che di trattenere le lacrime proprio non ci riesce. Ron Dennis non piange ma si dispera perchè, con Senna fuori dalla Mclaren, sembra proprio non sappia che pesci pigliare. Poi c’è Prost. Il professore ha dato la sua ultima lezione in carriera e continua a darla anche nel post gara. Scende dalla macchina, si toglie il casco, beve acqua fresca e.. controlla il cambio. Minuzioso, preciso e perfettino com’era il professor Prost magari un voto negativo l’aveva trovato nella sua Williams FW15. Chissà se poi l’ha davvero tirata fuori la penna e segnato il meno sul suo registro… Prima di imboccare le scale che portano al podio Senna porge la mano a Prost e sembra che il francese non aspettasse altro.
Sul podio non c’è spazio per i classici discorsi pre – pensionamento nell’ultimo giorno di lavoro, qui siamo in Formula 1 marchiata anni 90 e nella bolgia nessuno starebbe zitto ad ascoltare un pilota sul podio parlare. Prost è emozionato, lo si vede. Ogni suo minimo movimento sembra calcolato. Prost è trapezzista nelle sue emozioni, tra: lacrime e contegno. Ad un certo punto Senna rompe i protocolli di tutte le rivalità più grandi della storia dello sport. Prende per il braccio Prost e lo mette a fianco a lui sul gradino più alto del podio. Il termometro delle emozioni, del batticuore e delle lacrime qui è scoppiato. Al diavolo tutto! Alla fine uno aveva bisogno dell’altro per correre.
Keke Rosberg diceva: “Pensavo di essere il pilota più forte del mondo, poi sono andato alla Mclaren e ho conosciuto Alain Prost“. Stirling Moss lo elogiava con: “Prost è il pilota più completo della Formula 1. Alain ha una conoscenza fenomenale in termini di messa a punto della macchina, motivazione meccanici, tattica di gara e psicologia. Prost rappresenta colui che si avvicina di più al pilota perfetto“.
E’ suonata la campanella di fine lezione, Prost prende il suo trofeo e scende dal podio. Farà ancora qualche comparsa come tester Mclaren tra il 1995 e il 1996 per volontà di Ron Dennis che voleva mettere pressione ai suoi piloti Hakkinen e Coulthard, perchè ogni professore, anche dopo il suono della campanella, ha sempre ancora qualcosa da dire ai suoi alunni. Prost ha insegnato la Formula 1 basandosi sulla messa a punto, sulla fiscalità e la mania del dettaglio anche a chi vede questo sport come una forma d’arte. Un paradosso grosso come una casa, ma che rende ancora più grande un’uomo di 166 cm di altezza, che è andato ad un soffio dall’arrivare la dove solo Juan Manuel Fangio è arrivato.
Quel giorno sotto al podio campeggiava un enorme striscione con su scritto quello che tutti vogliamo dire al Professore della Formula 1: “Mercì Prost”.