Roma, 14 ottobre 2013 – Anche a Suzuka la Red Bull ha dato una dimostrazione di forza impressionante. Con entrambe le monoposto di Webber e Vettel all’inseguimento della Lotus di Grosjean, che in partenza era balzata in prima posizione, è sembrato di assistere alla caccia di due “gatti” all’unico “topo” della Lotus.
Le parole di Davide Valsecchi in diretta su Sky durante il GP del Giappone, non lasciano spazio a dubbi o ad altre interpretazioni. Il pilota italiano, terza guida Lotus, infatti, riassumeva la situazione affermando che, quando le Red Bull giravano con le gomme più vecchie di quelle di Grosjean avevano lo stesso passo del francese, ma quando poi hanno cambiato le coperture hanno dimostrato di avere un passo nettamente superiore. Un affermazione che denuncia lo strapotere delle due monoposto di Milton Keynes in questo momento. Ma qual’è il vero segreto del potenziale della Red Bull?
Osservando la comparazione fotografica sottostante è chiaro come la RB9 utilizzi un carico aerodinamico al posteriore decisamente più scarico rispetto alle altre concorrenti. Cosa che agli altri team non è possibile imitare in quanto gli mancherebbe il carico necessario per garantire ai piloti la giusta tenuta di pista. In Red Bull invece, con tutta probabilità, il carico necessario arriva direttamente dal diffusore. Certo, non dimentichiamo tutte le teorie o possibili applicazioni che, secondo alcuni, in Red Bull utilizzerebbero per simulare un Traction Control o replicare la soffiatura calda del diffusore (hot blowing); ma parlando di cose che possono essere osservate da tutti, al momento l’arma evidente, di cui dispone la Red Bull, è il diffusore con gli scarichi motore ad effetto Coanda.
Di fatto, entrambi i piloti a Suzuka hanno utilizzato ali da basso carico, non estremo, ma sicuramente molto più basso a tutti gli altri team in pista a Suzuka. Dalla fotografia sotto possiamo osservare come i due piloti Red Bull non abbiano però utilizzato entrambi la stessa ala, ma come Vettel e Webber abbiano fatto scelte differenti.
Webber sembra aver preferito un ala leggermente più scarica rispetto a Vettel, l’australiano infatti aveva solo 3 slot laterali mentre il tedesco 4 a dimostrazione di una maggiore inclinazione del profilo principale. Inoltre il bordo d’entrata alare dell’ala utilizzata da Vettel aveva una curvatura maggiore mentre quella del compagno di squadra rimaneva più lineare. Piccole differenze anche nella parte interna dell’ala con una conformazione degli slot diversa tra i due alettoni
In conclusione mentre tutti gli altri sono costretti ad utilizzare ali più cariche per generare carico, la Red Bull può permettersi di far scegliere ai propri piloti ali da medio- basso carico potendo usufruire carico in abbondanza sull’asse posteriore. Un vantaggio davvero enorme che al momento sta fruttando a Vettel vittorie a ripetizione (5 consecutive) ed il quarto titolo mondiale piloti consecutivo.