F1 | GP Malesia 2013 – Top & Flop

Kuala Lumpur, 25 marzo 2013 – Malesia, the day after. Vettel porta a casa il trofeo del vincitore di una gara che si può definire quantomeno ‘controversa’. Webber furioso. Situazione simile in Mercedes. Disfatta Ferrari. Analizziamo chi si è messo in evidenza in positivo e in negativo sul Sepang International Circuit, alla periferia di Kuala Lumpur.

TOP

– Mark Webber: non si direbbe nulla di nuovo affermando che Mark sia un gran buon pilota. E ieri l’ha dimostrato di nuovo. Non stecca la partenza, suo punto debole, e conduce una gara eccellente: insieme al suo team azzecca la strategia box/gomme, poi spinge quando c’è da spingere e ragiona quando c’è da ragionare, cioè fino al momento della follia di Vettel. Il tedesco lo attacca, rischiando anche di compromettere la sua gara. Mark prova a vendicarsi subito ma i dubbi sulla tenuta degli pneumatici lo bloccano un po’. Sul podio si dimostra un signore andando, con estrema delicatezza ed eleganza, ad evitare il compagno di squadra che cercava (ma neanche troppo) un timido confronto con lui.

– Nico Hulkenberg: il tedesco della Sauber-Ferrari è un tipo tosto. Conduce una buona gara con una buona strategia e si ritrova, senza troppa fatica, nelle parti medio-alte della zona punti. Chiunque si porti nelle sue vicinanze (vedi Lotus) si trova il più delle volte la strada sbarrata dalla feroce ma corretta resistenza del 25enne teutonico. Alla sua vera prima gara stagionale (in Australia non è neanche partito), chiude con un ottavo posto che gli vale la conquista di quattro punti mondiali. Tutto sommato, finora, forse è stata la Sauber a deludere un poco, non lui.

– Jenson Button: classica gara alla Button. Quando c’è da “leggere” la corsa, c’è lui. E’ il migliore a interpretare le condizioni mutevoli dei tracciati e quello di Sepang è quello più pazzo del mondo in quanto a cambiamenti repentini delle condizioni dell’asfalto. Lotta, spinge, resiste a centro gruppo. E’ stato a lungo tra i possibili vincitori della corsa (e questa è già una notizia se consideriamo lo stato di forma attuale della McLaren-Mercedes). Soltanto un mancato fissaggio del dado della gomma anteriore destra gli ha impedito di continuare a sentire il profumo del podio. L’anima della McLaren, per ora, è lui.

FLOP

– Sebastian Vettel: si, lui. Proprio lui. Il vincitore della corsa, leader del mondiale e tre-volte campione del mondo. Parte bene, gioca un brutto scherzetto al rivale Alonso e dopo la prima carambola dei pit-stop si ritrova secondo dietro Mark Webber che amministra la corsa. Qui è la chiave della corsa: Mark amministra (ben consapevole che la RBR-Renault non è il massimo in quanto a gestione dello pneumatico), lui crede che va piano e comincia un lamento incessante che finisce quasi in lacrime via radio. Questa non è roba da un tre-volte campione del mondo. Quando Mark comincia a spingere, dimostrando che poi tanto lento non è, lo comincia a fare anche lui fino a quando decide, dopo l’ultima sosta ai box, di ignorare l’ordine di scuderia dato da Horner riguardo il congelamento delle posizioni. Attacca come un forsennato nella gara della vita, rischia più volte il contatto con il compagno di squadra e un’uscita di pista (per lui e per l’australiano), passa a pochi centimetri dal muretto box che delimita la pit-lane prendendo rischi forse inutili. Vince ma non convince. Sul podio cerca Webber per un chiarimento. Chiarimento che non è arrivato sinora. E non si fatica a capire il perché.

– Force India: il team indiano sin dalle prove libere aveva dimostrato di avere un passo gara veramente decoroso, soprattutto con il redivivo Adrian Sutil. Questo vigore tecnico è stato in parte confermato in gara ma una squadra che vuole affacciarsi alla loggia delle prime cinque forze del mondiale non dovrebbe tralasciare aspetti importanti come gestione della strategia di gara e precisione e velocità dei pit-stop. Sono stati proprio questi i punti debole della Force India di ieri: tutte le fermate ai box, per entrambi i piloti, hanno avuto almeno un intoppo degno di nota. C’è ancora da lavorare.

– I debuttanti: pollice verso per tutti tranne uno: Jules Bianchi. I restanti, invece, non fanno nient’altro che eseguire il loro piccolo compitino di portare la macchina al traguardo e senza fare particolari errori. Certo, per Caterham e Marussia i problemi sono maggiori. Sinceramente, però, da Bottas e Gutierrez, soprattutto, ci si aspettava qualcosa in più. Williams e Sauber non saranno le vetture più veloci del lotto ma arrivare, ancora, dopo tutti gli altri e appena prima delle suddette cenerentole della categoria, proprio non va bene. In due gare, nessuna azione degna di nota. Non è una bocciatura definitiva (ci mancherebbe, siamo solo alla seconda gara) ma un rimando alle prossime gare. Da partecipanti della categoria regina ci si attende francamente di più.

Twitter: @f_svelto