F1 | Analisi tempi Alonso Hamilton, e previsioni per Singapore

di Antonio Granato

Roma, 19 settembre 2012 – Nei giorni successivi al GP d’Italia in molti si sono chiesti quale fosse il reale livello di performance della Ferrari comparandola al team più in forma in questo momento: la McLaren.
Abbiamo voluto allora analizzare le prestazioni di Alonso all’ultimo GP di Monza, nel tentativo almeno di formulare qualche ipotesi sul livello prestazionale della Rossa in questo momento.

Cominciamo analizzando i dati del sabato. Seppur la McLaren abbia monopolizzato l’intera prima fila dello schieramento di partenza, pensiamo che le qualifiche abbiano fornito  prove sufficienti della superiorità della Ferrari, almeno nel giro secco. Questo per due motivi: il primo perchè Alonso, effettivamente aveva, sia in Q1 che in Q2, ottenuto la prima posizione provvisoria “senza neanche forzare troppo” parole dell’asturiano. Certamente non è una prova inconfutabile, ma il punto successivo è la terza posizione ottenuta da Massa, staccato di soli 0,237” dalla pole di Lewis Hamilton. Fatto che la dice lunga sul reale potenziale che Fernando Alonso avrebbe potuto tirar fuori dalla F2012.

Ma veniamo ai dati della domenica. Il primo dato che siamo andati a leggere è quello relativo al gap cronometrico in gara tra Hamilton ed Alonso. Se consideriamo che Hamilton ha sempre avuto davanti a se pista libera e che Alonso invece, partito dalla 10° posizione, ha dovuto compiere svariati sorpassi ed inseguire; il quadro che ne emerge non è poi così negativo come qualcuno aveva tentato di dipingere.

Sin dalla partenza Alonso era stato protagonista di una serie di sorpassi che lo avevano rallentato e solo dopo aver scavalcato Schumacher al 7° giro era riuscito ad avere un minimo di pista libera attardato già da Hamilton di circa 7,5 secondi. Distacco salito poi a 9” poco prima dell’unico pit-stop, quando aveva ormai raggiunto Vettel che lo rallentava nuovamente.

Hamilton, dopo i pit aumentava il suo vantaggio fino a 15” grazie al duello che Alonso doveva ingaggiare con il tedesco della Red Bull.

Una volta scavalcato il tedesco della Red Bull, Alonso ha mantenuto il distacco pressapoco invariato fino al 37° giro per poi, spinto dal recupero di Perez, recuperare sensibilmente su Hamilton, scendendo ad un ritardo di 12 secondi.

Una volta subito il sorpasso dal messicano la gara per lo spagnolo si è praticamente conclusa, non vi erano pericoli alle spalle e pertanto alzava il ritmo vistosamente non fornendoci più dati utili per un confronto. Da questa analisi possiamo intanto formulare una risposta a quanto dichiarato da Domenicali che a fine gara denunciava un danneggiamento alla vettura di Alonso subito nel fuoripista durante il tentativo si sorpasso a  Vettel:

“Abbiamo avuto un problema meccanico alla monoposto sul lato posteriore sinistro. Avevamo visto che peggiorava di giro in giro, ed a quel punto abbiamo detto a Fernando alla fine di non andare più sui cordoli, c’era il rischio che non terminasse la gara.”

E’ evidente che il presunto danneggiamento non ha assolutamente rallentato Alonso, che anzi nel finale di gara recuperava su Hamilton; se così non fosse dovremmo credere che senza l’ipotetico danno sarebbe riuscito ad ottenere prestazioni ancor migliori a quelle espresse, ipotesi quest’ultima che tendiamo ad escludere.

Ovviamente dobbiamo considerare anche che Hamilton, controllando sempre la gara dalla prima posizione, abbia gestito il potenziale della sua McLaren. L’unico dato che quindi può aiutarci a definire quanto Hamilton abbia risparmiato la sua monoposto è il tempo del giro veloce. L’inglese ha ottenuto infatti 1’28”427, mentre lo spagnolo della Ferrari 1’28”835 ben 4 decimi più lento, se non fosse che Hamilton lo ha realizzato al 52° giro mentre Alonso al 44° quindi 8 giri dopo. Se calcoliamo che il consumo medio di carburante per giro a Monza è di 3 Kg  vuol dire che lo spagnolo l’ha ottenuto con ben 24 Kg circa di carburante in più a bordo; ovvero, ipotizzando un effetto peso di 0,035” per kg, Alonso aveva un handicap di circa 0,840” sul suo tempo.

Handicap a cui và scalato il degrado gomme di Hamilton. L’inglese ha sostituito le coperture 4 giri dopo Alonso, quindi anche avendo ottenuto il suo giro veloce 8 giri dopo, le sue gomme erano più usurate di soli 4 giri rispetto a quelle del pilota della Ferrari. Ipotizzando in questo caso un degrado gomme di 0,088 per giro si ottiene 0,352”. L’handicap di Alonso scenderebbe quindi a mezzo secondo circa.

Con questo non vogliamo assolutamente dire che a Monza la Ferrari aveva un potenziale tecnico talmente superiore alla McLaren da poter girare mezzo secondo più velocemente del team inglese. Sono ancora molti i valori che andrebbero inseriti nell’analisi per poter ottenere una risposta certa, valori che neanche le squadre stesse conoscono. Se fosse tutto un semplice calcolo matematico, sarebbe facilissimo scommettere sulla squadra vincente. Le variabile sono però infinite e perennemente instabili. Da questa analisi pensiamo però di poter ricavare un’indicazione che crediamo di poter interpretare positivamente per la Ferrari. Ciò che possiamo affermare con certezza è che il valori dei team che abbiamo analizzato sono vicinissimi ed in vista degli ulteriori sviluppi che saranno introdotti sulla F2012 per il GP di Singapore le prospettive future tendono quantomeno ad un mantenimento delle performance ad alti livelli.

Ultimo aspetto da analizzare: i tempi nei tre settori e la velocità massima. Se è vero che la Ferrari non sia velocissima nei rettilinei, (338km/h di Alonso e 341Km/h di Hamilton) è altrettanto vero che continua ad essere molto veloce nelle curve veloci, aspetto questo già evidenziato durante i test invernali a Barcellona. I tempi dei settori di Monza parlano chiaro, le rosse andavano fortissimo nel terzo settore, quello in cui è presente la curva parabolica ma anche la variante Ascari, a tutti gli effetti tre curve veloci. Nel T3 sia Alonso che Massa hanno sempre occupato le prime due posizioni della speciale classifica. Aspetto quest’ultimo che in ottica Singapore farebbe pensare positivo, d’altronde la F2012 ha dimostrato di essere una vettura in grado di sviluppare, più che la velocità, il carico aerodinamico e i risultati ottenuti a Monaco e Valencia lo dimostrano. Fà eccezione il GP d’Ungheria, dove forse le temperature alte di quei giorni hanno influito negativamente sull’utilizzo delle gomme da parte della F2012.