F1 | Ritiro Rosberg, una scelta di vita

Ieri Nico Rosberg annunciando il suo ritiro ha sconvolto il mondo della F1. Tifosi e addetti ai lavori non si aspettavano una scelta cosi drastica. Nico ha scelto valori importanti smarcandosi da un mondo stereotipato che non gli appartiene. Ha avuto coraggio, merita rispetto. Una scelta che però sportivamente parlando lascia un po’ d’amaro in bocca. Un mondiale vinto merita di essere difeso.

Ha vinto e dimostrato

Col senno di poi Nico Rosberg non ha soltanto vinto un campionato del mondo. Ha dimostrato di meritarlo in pieno come un ragazzo normale che ha raggiunto all’apice della carriera il suo sogno. Nico però non è un ragazzo normale e quel cognome probabilmente nella vita un po’ gli sarà pesato. La vittoria di domenica, sofferta ed inseguita anni ha dimostrato quanto per lui in questo mondo chiamarsi Rosberg forse un po’ pesasse.

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Essere il figlio di un campione del Mondo forse gli ha aperto le porte in gioventù ma non l’ha aiutato a vincere oggi. Il suo trionfo Nico se lo è guadagnato tutto da solo.  Bissando il mondiale del padre, unico caso dopo gli Hill, Nico Rosberg ha compiuto la sua missione. Ecco perché da questo punto di vista ha senso un clamoroso ritiro al top della condizione.

Scelta di vita

“Ho lottato 25 anni per scalare questa montagna, ora sono in vetta e sono felice”. Queste le parole con cui Nico Rosberg ha annunciato il suo ritiro da Campione in carica. Giusto fermarsi se non si sentiva più in grado di reggere la pressione della lotta per il titolo, giusto fermarsi e dedicarsi alla famiglia una volta raggiunto lo scopo del proprio mestiere. Nico si dimostra intelligente e attento ai valori che nella vita contano davvero. Certo se lo può permettere ma crea uno spunto di riflessione che deve far ragionare tutti noi. A mal pensare invece c’è da dire che forse si è reso conto di aver centrato la vittoriadella vita, irripetibile. Un mondialevinto però, sportivamente parlando, merita di esser difeso. Al massimo perso, ma difeso in pista. Nico ha scelto diversamente, va rispettato.

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Lauda Deluso

Dal punto di vista sportivo questa scelta lascia un po’ l’amaro in bocca. Di questo parere è Niki Lauda, mentore in Mercedes di Rosberg, che si è detto deluso dalla decisione del pilota. Lasciare da Campione del Mondo in carica è una scelta forte e rara. Soprattutto se lo si fa nel pieno della propria maturità sportiva. Jackie Stewart lasciò da 3 volte campione dopo la morte del proprio compagno e amico Cevert, Prost lo fece dopo 4 titoli al termine  di una carriera al top. Simile fu il caso di Mansell ritiratosi dopo l’unico titolo raggiunto nel 1992 alla soglia però dei 40 anni. Nico in F1, almeno in quella moderna,  rappresenta un caso unico.

Corsa al sedile

Il trono ora è vacanate ed il sedile lasciato da Rosberg è il più ambito della Formula 1. Così come è stata una grande sorpresa sapere del suo ritiro potrebbe esserlo sapere chi su quel sedile ci salirà. La soluzione più razionale potrebbe essere la promozione del giovane Werlhein ma non è detto. La Mercedes, consapevole che nella prossima stagione forse non avrà la certezza del vantaggio tecnico di questi anni, potrebbe decidere di non affidare la monoposto ad un giovane. La scelta di Rosberg ha fatto saltare il banco. Bottas è un pilota di Toto Wolff, Alonso  potrebbe avere clausole che gli permettono di liberarsi, Vettel forse. Rosberg ha fatto saltare il banco, prepariamoci. Hamilton non se lo augura ma la F1 senza Rosberg necessita di un dualismo eccezionale. Alonso sarebbe perfetto.