F1 | GP Brasile 1978: la Michelin illude la Ferrari

La Ferrari di Carlos Reutemann vince in Brasile approfittando anche delle coperture francesi. In difficoltà le Lotus. Grande secondo posto di Emerson Fittipaldi con la Copersucar.

La seconda prova del campionato del mondo di Formula 1 della stagione 1978 si tenne per la prima volta sul circuito di Jacarepaguà, situato nella periferia di Rio de janeiro.

La stabilità regolamentare obbligò ulteriormente le squadre a sviluppare al massimo le loro macchine e per questo motivo le scuderie di vertice decisero di partecipare alle prime gare coi modelli dell’annata precedente, opportunamente rivisti.

La Lotus affinò il modello 78 dotandola di minigonne scorrevoli per meglio sfruttare l’effetto suolo; la Ferrari, forte del suo 12 cilindri, decise di cambiare il fornitore delle gomme, un po’ per le continue diatribe con la Good Year, rea di aver favorito le squadre anglosassoni, e un pò per la tecnica costruttrice della casa francese che meglio si adattava alle accellerazioni violente del motore italiano. I radiali Michelin sarebbero stati l’arma della Ferrari per il 1978.

L’altra scuderia di vertice, la Brabham Alfa, nonostante il vantaggio di aver assunto il neo campione Niki Lauda, doveva ancora trovare un equilibrio tra il potete e assetato motore Alfa Romeo ed un aereodinamica che mal si sposava con gliingombri del motore. La Brabham decise di correre con una vettura laboratorio e sfruttò al massimo le prove per poter trovare un equilibrio.

ferrari_brasile_1978Altra novità della stagione per sostituire un riottoso Niki Lauda  fu l’assunzione a sorpresa di Gilles Villeneuve da parte della Ferrari. Il canadese fu l’ennesima scommessa di Ferrari che per poter dimostrare al mondo che era la Ferrari a creare i campioni, decise di assumere un pilota di motoslitte acerbo di gare ma maturo di talento, con la speranza che potesse manifestare tutto il suo potenziale in tempi brevi.

Infatti, forse complice il caldo e qualche problema al cambio delle Lotus, dietro alla McLaren di Hunt si piazzarono prorpio i due ferraristi: Reutemann, dotato di una classe cristallina ma di un carattere altalenante che spesso lo limitava in gara e Villeneuve, particolarmente a suo agio con le Michelin S9 che gli permettevano di uscire in appoggio dalle curve veloci.

Nelle qualifiche la Lotus di Andretti , finalmente a punto dopo aver rifiutato di montare l’innovativo cambio a sei marce, riuscì a segnare il miglior tempo seguito da Hunt, Fittipaldi e dalle Ferrari. Peterson invece si accontentò del sesto tempo, convinto ancora di riuscire ad adattare l’innovativo cambio alla macchina.

Nella seconda sessione di qualifiche finalmente si scatenò un avvincente battaglia che portò i primi sei ad alternarsi al comando e qualificarsi infine in mezzo secondo di distacco. La pole position andò a Peterson, anche lui resosi conto che il sei marce mal si adattava al lay out della pista; nel team inglese regnava un ottimismo esagerato detatto anche dalla posizione di partenza di Andretti, terzo ad un soffio dal compagno di squadra.

Le speranze Lotus evaporarono al caldo del warm up quando le Ferrari ruppero gli indugi e, grazie alle nuove coperture Michelin, strapparono i migliori tempi e si candidavano al successo finale.