F1 | GP Abu Dhabi: Mercedes fa festa fino alla fine

Le Mercedes chiudono l’ultimo GP ad Abu Dhabi con l’ennesima doppietta.

I valori in campo erano più ravvicinati rispetto agli altri GP, ma anche stavolta le Mercedes non si sono smentite. Al via Hamilton e Rosberg mantengono le rispettive posizioni, e così fino al primo pit stop di Hamilton. L’inglese rientra al giro 7 per montare gomme soft, e al giro successivo rientra anche Rosberg. C’è però un piccolo inconveniente per il tedesco: Verstappen resta in pista con le supersoft, e si piazza tra lui e Hamilton. Rosberg non riesce a sorpassare Verstappen nei giri successivi, ma deve attendere che le gomme del pilota olandese calino dopo il giro 20, e allora, sfruttando tutta la potenza del motore Mercedes, riesce a sopravanzare l’enfant terrible della Red Bull. Nel frattempo Hamilton aveva preso qualche secondo di vantaggio, che si riduce dopo il secondo pit stop, in cui entrambi i piloti Mercedes photo4_s-r-l-_834342montano gomme soft. Qui Rosberg riesce a ridurre il distacco a circa un secondo, ma desta un certo interesse la tattica di Hamilton: al pilota inglese infatti non basta vincere; serve che Rosberg arrivi quarto per potersi laureare campione per la quarta volta. Hamilton, quindi, decide di tenere un passo più lento, per consentire agli avversari di avvicinarsi e disturbare Rosberg. Il box Mercedes invita più volte Hamilton ad accelerare, ma il pilota inglese suggerisce al suo ingegnere di pista, in modo molto velato, di farsi gli affari suoi. Interviene addirittura Paddy Lowe, ma il campione del mondo uscente è irremovibile. Negli ultimi giri, quando è ormai chiaro come andrà finire, si lascia andare a una frase sconsolata: “Se perdo il mondiale posso anche perdere la corsa”.

Negli ultimi 3 giri, Rosberg deve fare i conti con un Vettel dotato di gomme supersoft molto più fresche, e il box suggerisce a Rosberg di non opporgli resistenza per evitare rischi. Alla fine, però, nonostante le manovre di ostruzione di Hamilton e l’offensiva di Vettel, le cose rimangono così: Hamilton vince l’ultima battaglia, ma perde la guerra a favore di Rosberg, che chiude secondo e vince il suo primo titolo iridato in F1.

Il mondiale 2016, così, si chiude per i piloti Mercedes sulla scia delle tensioni registrate nel corso dell’anno. Tensioni accresciute dalle parole di Hamilton riguardo il possibile complotto a suo sfavore. Nico Rosberg ha vinto il suo mondiale con la testa e i nervi saldi, riuscendo a conservare la sua freddezza nonostante un compagno di squadra più veloce. Compagno di squadra che può recriminare per i molti problemi tecnici soprattutto a inizio anno. Si rivela però sanguinosa la rottura della power unit di Hamilton a Sepang. Non fosse stato per quello, chissà che finale avremmo avuto.

La cosa che più risalhamilton-1ta, però, è l’atteggiamento di Hamilton, che non digerisce la sconfitta. Al di là dei sorrisi e degli abbracci di circostanza, l’atteggiamento ostruzionista di Hamilton – qualcosa di inedito in F1 – nasconde la frustrazione per il risultato e per le presunte ingiustizie che avrebbe subito nel 2016 – su cui ripromette di scrivere un libro in futuro. Il pilota inglese, però, deve rendere merito al compagno di squadra, che ha vinto 9 gare e soprattutto ha saputo gestire questo vantaggio nel corso dell’anno.

Così si conclude il 2016, e anche l’attuale generazione di monoposto. L’anno prossimo, con regolamenti completamente diversi, la Mercedes dovrà affrontare la sua sfida forse più grande: continuare a vincere dopo uno stravolgimento regolamentare. Se riuscirà a farlo, sarà davvero la squadra più grande di sempre – nessuno finora ci è riuscito. i presupposti, ci sono, grazie all’ottima power unit e alla “potenza di fuoco” delle Frecce d’Argento. L’unica certezza è che nel 2017 la sfida infinita tra Hamilton e Rosberg continuerà.

Marco Bottamini
Marco Bottamini
Seguo la F1 dal 2000, GP di Suzuka... Da allora, il mio amore per la regina del motorsport è diventato indissolubile. Ogni domenica è un rito, un brivido, un'emozione, sull'onda della velocità.

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