F1 | Henry Morrogh: “Stewart, Rindt e Moss i più veloci”

Autodromo del Sele, Battipaglia – Henry Morrogh questa volta racconta dei piloti che ha conosciuto, dei suoi ex allievi famosi con tanti aneddoti che arricchiscno di colori immagini a volte sbiadite dal tempo.

di Giulio Scaccia

Parliamo di piloti. Henry Mororgh ha avuto tra gli allievi Jacques Villeneuve, un campione del mondo.

Henry_MorroghAll’inizio non sembrava un futuro campione del mondo. Per andare bene nel nostro campo è più importante il cervello che il piede destro. E’ molto più importante il cervello di quello che pensa la gente. Jacques il cervello ce l’aveva. Conoscevo bene Gilles, ce l’aveva anche lui. Io ho passato con lui l’ultimo sabato pieno di gioia della sua vita ad Imola. Era l’uomo più felice del mondo, era una bravissima persona e stava sotto la tenda circondato dalla gente. All’epoca era possibile stare con i piloti. Stavo con Gilles anche sul podio dei caschi d’oro di Autosprint. Faceva delle pazzie che solo lui era capace di fare. Quando si tratta di pazzie, la persona che le fa, deve avere una certa capacità che altri esseri umani non hanno e Gilles riusciva a fare delle pazzie che sarebbero state micidiali per altri. A lui riuscivano. Dipende dai doni di Dio. Non si riesce a spiegare. Jacques era molto diverso. Lui voleva entrare nel mondo delle corse, mi ascoltava, seguiva le istruzioni e all’inzio non era un granché. Molti erano scettici, io dicevo aspettate. Poi si è visto. Conta il cervello. Il cervello gestisce il piede destro, il sinistro e tutto quello che fai.

Una volta ero a Magione e ricordo a Magione e ricordo che c’era anche anche Joanna…

Joanna era simpaticissima, una brava donna che diceva a Jacques: “non ti aiuto ma non ti ostacolo”; era una donna con un coraggio enorme. Dopo quello che era successo a Gilles. Il suo incidente fu una cattiva interpretazione. Io vedevo mille incidenti di quel tipo con le macchine che rallentavano o che uscivano dai box. Gli è mancata la fortuna. Lui era un personaggio squisito. Non tutte le persone della formula 1 erano squisite come Gilles Villeneuve. In qualsiasi sport c’è gente molto abile e anche simpatica. Poi ci sono quelli abili ma s… quelli che vogliono calpestare gli altri.

 

Mi fai qualche nome ?

HM eNo, non voglio parlare in negativo. Posso parlare di gente speciale come Juan Manuel Fangio e Graham Hill. Fangio era fantastico. Lo incontrai dopo aver vinto nel 1964 con la Renault la nostra categoria alla 24 ore di Le Mans. A Le Mans durante la gara puoi avere e comprare quello che vuoi. Due settimane dopo siamo andati a Reims, capitale dello Champagne e non c’era niente. Né da mangiare né da bere. Al traguardo c’era solo lo champagne. Io avevo fatto le ultime ore di guida con un gran caldo e avevo sete. Io adoro lo champagne ma volevo acqua. A un certo punto incontro Fangio. Ci siamo messi a parlare un po’ in inglese e gli ho chiesto dove poter trovare da mangiare e dell’acqua da bere. Lui mi disse di seguirlo e mi portò al camion che portava la benzina della Shell e abbiamo mangiato insime seduti sull’erba le rimanenze del pranzo dei 2 autisti della Shell. Ti immagini un campione del mondo oggi fare una cosa del genere? Sono pochi i campioni del mondo signori come Fangio.

 

 

Qualche ricordo di grandi piloti che hai conosciuto ?

Pedro Rodriguez era un grande pilota, oltre che un caro amico. Mi è dispiaciuto quando è morto. Ho conosciuto Graham Hill, Fangio. Due grandi. Ho visto e conosciuto tanti piloti. Tra loro diversi. Ad esempio molti grandi campioni non amavano il corpo a corpo, come ad esempio Clark e Prost. Invece altri come Moss o Fangio lo cercavano e si esaltavano. Modi di essere diversi. Comunque normalmente ho evitato il contatto con i grandi campioni. Ci sono tanti che vogliono stringere la mano di chi vince. Io non ho mai avuto questo desiderio. Cosa ottieni dallo stringere la mano ad un campione? Rispetto per chi vince, ma non mi è venuto mai in mente di cercare il vincitore. Quando mi è capitato, ho fatto qualche domanda.