F1 | Ferrari senza direttore tecnico

Mattia Binotto non sostituirà Allison come direttore tecnico.
La situazione, in Ferrari, è a dir poco tumultuosa. I proclami di vittoria, fatti dal presidente Marchionne a inizio stagione, hanno creato aspettative irrealistiche. E’ impensabile infatti, in una F1 che “congela” i domini, pensare che da un anno all’altro la Ferrari potesse superare la Mercedes. Eppure è stato promesso questo, e la realtà ha risvegliato tutti come una secchiata di acqua gelida.
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Le conseguenze non si sono fatte attendere: Marchionne accusa mezza squadra di non aver fatto il proprio dovere, e tra questi il più bersagliato è stato Allison. Questo clima di sfiducia, unito al lutto che ha subito l’inglese dopo il weekend di Melbourne, ha portato alla separazione tra la scuderia di Maranello e il capace tecnico inglese. A seguito di questa mossa, Mattia Binotto, capo progetto del settore power unit, è stato eletto “chief technical officer”, ossia capo degli uffici tecnici. Il suo compito sarà quello di coordinare le diverse aree di sviluppo della monoposto, che avranno gli stessi protagonisti attuali – Simone Resta al telaio, Lorenzo Sassi alla power unit – tranne, probabilmente, l’aerodinamico Dirk de Beer, uomo di fiducia di Allison.

 

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Facendo ordine, cosa succede ora? Succede che la Ferrari non ha più un direttore tecnico – Binotto, del resto, non ne ha le competenze. Non ha un Aldo Costa o un Adrian Newey, una persona che sta a capo del progetto tecnico e ha un’idea d’insieme della vettura. Le Ferrari che prenderanno forma nel futuro, a partire dal 2017, avranno tanti padri diversi, tecnici perlopiù italiani cresciuti all’ombra della Ferrari. Si tornerà quindi alla situazione pre-Allison, che fu ingaggiato nel 2014 proprio per coprire la mancanza di una figura di riferimento.
Binotto, inoltre, ricoprirà un ruolo che va a sovrapporsi a quello di Maurizio Arrivabene, che potrebbe per questo diventare il prossimo bersaglio della furia presidenziale.