F1 | GP Spagna: Mercedes nemica di se stessa

Il GP di Spagna ha visto la Mercedes portare a casa zero punti. Le performance delle vetture di Stoccarda non erano in discussione: solo loro potevano perdere la vittoria, e cosi è accaduto. 
imageL’unica possibilità per Mercedes di non  vincere i gran premi, è buttarli al vento, ed è ciò che è successo a Barcellona. Le Frecce d’Argento, già durante i test invernali, non avevano spinto sulla prestazione cercando l’affidabilità – hanno completata la distanza di quasi 20 GP! – è anche all’inizio del weekend non hanno mostrato subito la loro forza, concentrandosi sull’uso di gomme più dure come le Medium e le Hard. Al sabato, poi hanno messo le cose in chiaro rifilando sei decimi alle Red Bull e oltre un secondo alle Ferrari, giusto per mostrare la manifesta superiorità tecnica che possono vantare in qualifica.
Alla luce di questo, la gara della domenica si prospettava un affare a due tra Hamilton e Rosberg, che fin dal via si sono dati battaglia: allo scatto Rosberg ha bruciato Hamilton, che nelle curve successive ha cercato subito di rimettere le ruote davanti al compagno di squadra, e il tentativo stava riuscendo, fino a quando non è arrivato il patatrac. Hamilton ha affrontato la curva 3 in modo molto più efficace rispetto a Rosberg, e ha cercato subito di attaccarlo alla successiva curva 4, un lungo tornante verso destra. Il pilota inglese ha scelto l’interno per poter affrontare al meglio la successiva curva, ma Rosberg ha chiuso con grande veemenza il compagno di squadra verso l’esterno, costringendolo sull’erba. A quel punto Hamilton ha perso il controllo dell’auto sull’erba, molto scivolosa rispetto all’asfalto, ed è andato in testacoda finendo addosso a Rosberg. Risultato: gara finita per entrambi.
In questo incidente la responsabilità è di Hamilton, perché ha cercato l’interno nonostante il compagno lo stesse costringendo verso l’esterno, e soprattutto perché era nettamente dietro a Rosberg. Nonostante ciò ha scelto di proseguire sulla sua linea mentre per lui sarebbe stato meglio alzare il piede e tentare il sorpasso in seguito – ci sarebbero stati altri 65 giri… – oppure scartare all’esterno per avere una migliore trazione in uscita e riprovare nelle curve successive. D’altro canto, Rosberg ha compiuto una manovra fin troppo decisa nei confronti di Hamilton, poiché non ha lasciato spazio all’avversario, esattamente come accadde tra lui e Alonso in Bahrain nel 2012. Alla luce di questa analisi, concludiamo dicendo che la responsabilità è da attribuire a entrambi i piloti per diverse ragioni, anche se Hamilton ha una parte maggiore di responsabilità. Quel che è certo è che le due Mercedes potevano concludere un altra domenica vincente, buttata al vento a causa dell’eccessiva foga dei due piloti.