F1 | Storia : Il passaggio della Isuzu in F1

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Il tentativo di entrare in F1 da parte della Isuzu con la Lotus

17 gennaio 2016 – La storia del Giappone in Formula 1 ha avuto alti e bassi. Piloti dal discutibile talento, ma sopratutto grandi marchi come: Honda, Toyota, Yamaha. I più appassionati ricordano la Subaru, ma pochi conoscono il tentativo della Isuzu.

La Isuzu e le corse sono agli antipodi un pò come Lewis Hamilton e la sobrietà. Il marchio giapponese ha fatto su una bella esperienza in tema di motori a gasolio e mezzi pesanti, cimentandosi però con successo anche nella costruzione di fuoristrada e pick-up. Dal punto di vista fuoristradistico, la Isuzu qualche partecipazione alle competizioni ce l’ha ma alla voce “corse su pista” vige il gelo più totale. Eppure pochi sanno che la Isuzu un tentativo lo fece e, a differenza di come si possa pensare, fu tutt’altro che un buco nell’acqua.

ISUZU_Logo_2La General Motors e la Lotus – Nel 1971, la General Motors acquisì un terzo delle azioni della Isuzu. Molti veicoli venduti fino a quel momento col marchio Isuzu, vennero importati e venduti con altri marchi della General Motors in ogni angolo del pianeta. Basti pensare alla Isuzu Trooper che fu venduta come Holden in Australia o Opel in Europa. Nel frattempo alla General Motors fa carriera un certo Bob Eaton che diventa prima vice presidente del settore ingegneria avanzata, e poi presidente di GM Europa nel 1988. Eaton, oltre che abile ingegnere e scaltro manager, è anche appassionato del marchio Lotus. Questa sua posizione di gran peso all’interno di General Motors lo porta nel 1986 ad acquisire il marchio del grande Chapman e, di li a poco, a creare una forte unione tra il marchio Lotus e quello Isuzu. Il marchio inglese ha aiutato lo sviluppo dal punto di vista telaistico delle Isuzu Gemini e Piazza, mentre la casa di Tokyo ha fornito i motori 1.600cc per il rinnovo nel 1989 della Lotus Elan. Inoltre il primo SUV di lusso della storia, era proprio un Isuzu Bighorn Lotus Edition con sotto un poderoso 3.000cc turbo diesel. Inutile dire che l’associazione di nomi motori – Isuzu – gasolio, abbia creato agli appassionati del marchio Lotus un travaso di bile che è sfociato in un, prevedibile, crollo delle vendite. Rimane il fatto che da questa unione così improbabile sia scaturito un test che, magari con un pizzico di follia in più, avrebbe potuto dare alla Lotus vera un finale meno inglorioso di quello che è stato.