F1 Tre motori a pilota: scenario e reazioni

Dal 2018 potrebbero essere solo tre i motori a disposizione per ogni pilota, al fine di ridurre i costi. Analizziamo uno degli scenari futuri anche sulla base delle parole di Giancarlo Minardi.

di Francesco Svelto     

.

19 dicembre 2015 – Il mondo della F1 è alla disperata ricerca di una modalità di riduzione dei costi atta a non perdere i suoi team minori, di anno in anno alle prese con problemi economici sempre crescenti. Tra le varie ipotesi che si fanno per il futuro, oltre al cosiddetto motore standard low-cost (ne abbiamo parlato in questo articolo https://www.f1sport.it/2015/11/13/f1-alla-ricerca-del-motore-standard/ c’è l’ipotesi di imporre un numero ancora inferiore – rispetto alla situazione attuale – di power unit ad ogni pilota iscritto al campionato del mondo: solo tre motori per tutta la stagione (con il classico sistema di penalità che andrebbe anch’esso adeguato), con la conseguenza che una power unit dovrebbe durare circa sette gare.

Ad aiutarci ad analizzare lo scenario che potrebbe verificarsi da qui a un paio d’anni, ci ha pensato Giancarlo Minardi che dalle colonne del suo portale web si sofferma su come questa situazione – più che realistica – potrebbe portare ancora ulteriore vantaggio alla Mercedes in quanto:

Mercedes, sia col suo team che coi clienti, è stata l’unica in grado di coprire l’intera stagione stando all’interno dei regolamenti, senza subire penalizzazione. Nessun altro costruttore ha raggiunto questo strabiliante risultato!

E’ un dato incontrovertibile, che da l’idea di quanto la casa di Stoccarda sia avanti rispetto agli altri non solo in termini di performance ma anche sotto l’aspetto dell’affidabilità. E il loro vantaggio sulla concorrenza, stando a queste ipotizzabili restrizioni, potrebbe tranquillamente aumentare in futuro. In una F1 che ha limitato pesantemente l’aerodinamica (anche se son previsti fortissime innovazioni a partire dal prossimo inverno), la power-unit è la componente che più di tutte le altre permette ad una monoposto di essere competitiva. Al contrario, se guardiamo Honda e Renault per esempio, è difficile pensare che restringendo ancora di più il numero di propulsori fabbricati in una stagione, si possa trarne vantaggio per la ricerca della prestazione (e per colmare il gap dai battistrada).

Se guardiamo soltanto a questo aspetto, quindi, la preoccupazione riguardo questa ipotesi la potremmo proiettare sicuramente allo spettacolo, il fattore che più di tutti gli altri si sta cercando di ritrovare in una F1 smarrita e ombra di se stessa negli ultimi anni.