F1 | Lotus: incombe lo spettro di un ridimensionamento

Enstone 25/1/2014- La Lotus sembra quelle squadre di calcio che per esigenze economiche sono costrette a vendere i pezzi migliori, avviandosi poi a campionati di seconda fascia.

Autodromo Nazionale di Monza, Monza, Italy.6th September 2013.Kimi Raikkonen, Lotus E21 Renault.World Copyright: Steven Tee/LAT Photographic.ref: Digital Image _14P0561Esisteva un team sinceramente ambizioso, quella Lotus che nei due scorsi anni di F1 – sotto la sapiente direzione di Eric Boullier – aveva intavolato un discorso tecnico-agonistico di indubbio spessore.

Monoposto snelle e dall’aerodinamica interessante, l’ingaggio di un campione come Kimi Raikkonen, il sogno di entrare nel giro di pochi anni nel novero delle squadre da podio iridato. Il 2012 è stato un trampolino di lancio, con la soddisfazione della vittoria di Kimi ad Abu Dhabi, il 2013 doveva essere l’anno della conferma.

Be’ non si può negare che la passata stagione fosse iniziata sotto i migliori auspici, con la vittoria ancora di Raikkonen in Australia. Seguita poi da tanti secondi posti, che hanno tenuto Kimi in lotta per il mondiale per quasi mezzo campionato.

Ma come spesso capita nella vita, arrivano quei bivi, quelle sliding doors, che fungono da spartiacque, e i sogni della Lotus sembrano essere franati di botto tra problemi economici e sedicenti investitori.

Eric Boullier ha dapprima perso James Allison, il tecnico dei miracoli, e subito dopo Kimi Raikkonen e Dirk de Beer (capo degli aerodinamici). Tre punte di diamante che sono andate a rinforzare la rivale Ferrari.

Il colpo finale ai sogni del team è stato inferto dal gruppo societario Infinity (poi Quantum) incapace di chiudere l’accordo che l’avrebbe portato in poco tempo al timone della squadra di Gerard Lopez. Sarebbero stati soldi freschi, una ventata d’ossigeno, fondamentali per ripartire e per accaparrarsi le prestazioni di un pilota dal talento di Nico Hulkenberg.

Fallita la trattativa con Quantum, la Lotus ha ripiegato su Pastor Maldonado e sui petroldollari della venezuelana PSVDA. Ma è notizia di queste ore la partenza del gran capo Boullier, un dirigente che comunque è riuscito fino all’ultimo a tenere insieme i cocci, nonostante le difficoltà econimiche del team.

La Lotus ha perso pezzi e soprattutto certezze. Non le resta che aggrapparsi al talento velocistico di Romain Grosjean. Basterà?